Fic: Change 9

Autrice: RIRI

CHANGE

Capitolo 9

• Si può sapere cosa diamine ha Ash? –

Pareva davvero che Brock le stesse facendo un interrogatorio. Misty sedeva sul bordo della piscina, intenta a lanciare distrattamente alcuni bocconcini ai suoi pokémon.
Quando fu chiaro che la ragazza non aveva intenzione di proferire parola, Brock sbuffò, alzando le braccia stizzito.

• È da quando siete tornati che si è barricato in stanza. Non è sceso neppure per la colazione o il pranzo. E questo non è normale, lo sai. –
• Penso... di aver combinato un guaio... –

Quando l'amico la guardò interrogativo, dopo aver preso fiato, Misty gli raccontò tutto ciò che era accaduto, dall'attacco delle fan a... quello, vergognandosi di ogni parola che usciva dalla sua bocca. Quando ebbe finito, Brock non aveva parole. Se ne rimase lì, immobile, a fissarla con le braccia incrociate e la bocca aperta.

• Tu....... cosa?! – riuscì a dire, infine. Misty tolse i piedi dall'acqua, rialzandosi.
• Senti, ho agito senza pensare, ok? Mi spiace... –
• … non credi sia meglio andarci a parlare? O sei rassegnata al fatto che ti terrà il muso per non so quanto tempo? –
• Punto più alla seconda opzione, che alla prima... –
• Misty, l'hai scioccato. Lo so e lo sai anche tu, visto che lo conosci quanto me. Ma oltretutto ora è una ragazza e per questo ho perfino notato che in certe reazione assomiglia sempre di più a te. E viceversa. –
• Vuoi dire che... –
• Voglio dire... che secondo me dovete sbrigarvi a tornare voi stessi. Oppure vi trasformerete del tutto... –

Toc Toc. Ash non si voltò neppure. Aveva lo sguardo fisso fuori dalla finestra, a rimirare il niente. Continuava a ripensare a quella notte, al bacio.... senza neppure concentrarsi troppo poteva ancora percepire il calore delle labbra di Misty.
Ma perché l'aveva fatto? Era davvero così necessario? E perché lui aveva reagito a quel modo? La verità era che non ce l'aveva con lei. No, nella maniera più assoluta. Ce l'aveva con se stesso, perché non riusciva a capire per quale motivo... si sentiva così.
Toc Toc. Bussarono nuovamente, stavolta più flebilmente di prima. Dal letto Pikachu emise un verso preoccupato, richiamandolo al mondo reale.
Lo guardò per un attimo, poi si decise ad andare ad aprire. Nel passare diede un buffetto sulla testa del piccolo topo giallo, che lo accolse per quello che era davvero: un gesto che voleva essere tranquillizzante, ma che in realtà esprimeva tutta la sua inquietudine.
Aprì la porta e si trovò difronte Misty. Nel vederla, il suo cuore ebbe un sussulto non da poco. Percepì la mano ancora sulla maniglia tremare, neppure avesse ricevuto una scarica elettrica. Lei teneva lo sguardo basso e la faccia era più o meno dello stesso colore dei capelli.

• Posso parlarti un attimo? – mormorò. Senza proferire parola, Ash

si fece da parte, facendola passare. Quando l'ebbe davanti, dopo aver richiuso la porta, non ebbe neppure il tempo di proferire parola, che lei lo anticipò.

• Mi dispiace davvero tanto, Ash... – disse, stavolta non sottovoce – Dico sul serio, non so cosa... cosa mi sia preso. Non ho pensato, io n-non... ti prego non odiarmi! Non roviniamo la nostra amicizia per questo malinteso... –

Ash la guardò incredulo: non era affatto da Misty ammettere a quel modo le sue colpe. Supplicare poi... ma che cosa le succedeva?

• Misty... ma io non ce l'ho con te... – la vide alzare lo sguardo su di

lui, altamente confusa. Ash ridacchiò appena.

• Sono io che... bhe, non so cos'ho. Ma tu non centri nulla, davvero. O meglio, non sono arrabbiato con te, ecco. –
• Davvero..? M-ma io... –
• Lo so che cos'hai fatto. O meglio, cosa abbiamo fatto. Ma per qual motivo dovrei odiarti, scusami? – sorrise.
• Quindi... amici come prima? –
• E quando mai non lo siamo più stati? – rise, eppure a quella sua affermazione si sentì letteralmente morire dentro.

Misty sorrise, sollevata. La vide aprire bocca per dire qualcosa... ma la visione di lei scomparve all'improvviso. Tutto divenne nero.
Qualcosa non andava. Ash aveva sgranato di colpo gli occhi, che avevano assunto una colorazione azzurrina. Pareva come caduto in trance... di nuovo. Stavolta sapeva anche lei cosa sarebbe successo.
Eppure, quella volta Ash non strillò. Anzi, si mise a camminare, come un sonnambulo, lentamente, con le braccia abbandonate lungo i fianchi. Si stava dirigendo verso la finestra. La aprì. Era pomeriggio inoltrato e tutto il paesaggio aveva assunto una colorazione aranciata a causa del tramonto.
Lo vide allungare una mano, passare un ginocchio oltre il davanzale....

• Ash!!! –

Scattò, provando ad agguantarlo, ma cozzò contro una sorta di barriera, che la mandò lunga distesa a terra.

• Ash!!!! – strillò, più forte di prima, ma il ragazzo non la sentì neppure. La porta si spalancò e comparvero Brock e Daisy.
• Che cosa sta... – ma la voce le morì in gola quando vide la scena.

Ormai Ash era sporto per metà fuori dalla finestra, ma non cadeva. Anzi, rimaneva sospeso a mezz'aria, come se sotto l'effetto di un attacco psichico. Le sue dita si mossero e un buco nero si aprì improvvisamente davanti ai suoi occhi.

• Ma cosa... –

Pikachu gridò molto probabilmente il nome del suo allenatore, lanciando una scarica elettrica che però venne smaterializzata come se nulla fosse.

• Ash, no!!! – Misty scattò nuovamente, stavolta preparata alla collisione con la cupola d'energia, ma venne comunque respinta, con l'aggiunta di una forte scossa elettrica. Strillò con quanta aria avesse nei polmoni e quando riaprì gli occhi, vide Ash saltare verso il foro dimensionale e sparirvi oltre. Brock provò a raggiungerlo, ma non era neppure giunto alla finestra che quello si richiuse.

Calò il silenzio.

• C-che cosa... Dov'è andato?!? – Misty era fuori di sé. Che cosa stava succedendo? Che cosa significava tutto quello? Brock si morse un labbro, reggendo il parapetto con entrambe le mani, tanto forte da farsi sbiancare le nocche.
• Qui c'è lo zampino di Giratina... –
• Di chi? – fece Daisy.
• Giratina.... il dio del Caos. –

Un lampo di luce ed eccolo apparire. Azelf si voltò, aprendosi in un largo sorriso non appena vide comparire il suo amico. Sapeva che era lui, nonostante fosse un pochino... diverso. Era immobile, con gli occhi scintillanti e vuoti fissi dinnanzi a sé. Il piccolo pokémon gli girò attorno, cercando di attirare la sua attenzione, ma Ash era pari ad una statua.

• È qui, dunque. –

L'esserino blu si voltò: Arceus era comparso dal nulla, fluttuando lentamente verso di loro. Giratina e Palkia erano ai suoi lati, come cavalieri rispettosi.

• Ora puoi svegliarlo. – gli suggerì e per la prima volta Azelf si ricordò di aver sottoposto Ash all'ipnosi a distanza. Se n'era completamente dimenticato. Guardò il ragazzo, il gioiello sulla fronte brillò e, di colpo, gli occhi di Ash ripresero vita e, soprattutto, il proprio colore naturale.
• M-ma cosa... dove sono..? –
• Aze-al!!! – cinguettò il pokémon, contentissimo che il ragazzo fosse lì con lui.
• Azelf?! Ma cosa ci fai qui? No, io cosa ci faccio qui! Stavo parlando con Misty e... e... – si era voltato e nel suo campo visivo erano entrati i tre possenti dei pokémon. Era talmente tanto stupito di vederseli davanti che non riuscì a proferire parola, rimanendo imbambolato a fissarli.
• Ash... – fu Arceus il primo a parlare. – È un sollievo vedere che stai bene. –
• Che sto... bene? –
• Dialga aveva predetto questo momento. Ma ho voluto vederlo con i miei occhi. –
• Ar-Arceus, che cosa sta succedendo? Come ho fatto ad arrivare qui? E che cos' esattamente qui?! –

E poi, notò qualcosa che mai avrebbe voluto vedere. Guardandosi attorno si era accorto di essere all'interno di una sorta di tempio circolare.
La cupola era immensa e spettacolare, così come le pareti ricche di bassorilievi. E al centro, conficcata nel pavimento... c'era una spada, affondata fino all'elsa.
A quella vista Ash sentì il cuore fermarsi.

• Questo è... è... –
• Il luogo della tua visione. Vero? –

Ash guardò il pokémon. Come faceva lui a saperlo? A meno che... una luce si accese nella sua mente e di colpo molte cose divennero fin troppo chiare. Guardò i quattro pokémon, uno ad uno, e riuscì velocemente a costruire una piccola teoria.

• Siete stati voi... Tu, Arceus, hai detto a Azelf di inviarmi quella visione! E non era una cosa sua, bensì passatagli da Dialga stesso! Che tutti voi avete visto! E Palkia tu... tu mi hai condotto qui. Sei il dio dello Spazio, nessuna cosa è più semplice di questa, per te. E Giratina tu... tu... – si fermò. Già.

Lui? Giratina era il dio del Caos, della distorsione... distorsione... sgranò gli occhi, colpito da una folle idea. Si voltò verso Arceus che, quasi fosse riuscito a leggergli nella mente, annuì con il testone.

• Sì, è così. – ammise.
• Hai... hai detto a Giratina di trasformarmi in una donna?! –
• Di farti cambiare corpo. E casualmente nei paraggi c'era solo una ragazza. –
• Ma... ma perché?! Che senso ha avuto?! –
• Proteggerti. Dialga aveva predetto anche qualcosa di brutto riguardante te, causato da quella cacciatrice infame. Abbiamo cercato di cambiare la storia, seppure sia contro le leggi Universali. –
• E quindi mettere a repentaglio la vita di qualcun'altro, un innocente, per salvare me?? –
• Noi tutti abbiamo un debito nei tuoi confronti. –
• Per colpa vostra ora è Misty ad essere in pericolo!!! –
• Non è cosa che ci importi. –
• Importa a me!!!! –

Il suo urlo rimbombò per tutta la grossa sala, spegnendosi in un basso e fastidioso ronzio. Ash non credeva di poter provare una rabbia simile. Chi se ne importava se erano grossi come dei palazzi, o che fossero degli dei, dei pokémon leggendari: li avrebbe volentieri strangolati uno ad uno.
Arceus si voltò verso la spada.

• Abbiamo fatto tutto il possibile per tenerti celato, Ash... ma anche questo non è bastato. Jay ora ha preso di mira te, seppure tu abbia le sembianze di una ragazza. Ma a lei non importi tu più di tanto... ma questa. – indicò con una zampa l'elsa dell'arma.
• Già, si può sapere che cos'è? E soprattutto noi dove ci troviamo?! –
• Questa è la lama di Alden. Millenni e millenni or sono, il mondo era semplice e felice, governato nell'equilibrio da cinque dei pokémon. –
• Aspetta, pensavo foste quattro... –
• No. Darkeus è il quinto. Pezzo di me in tutto e per tutto. Emanazione del buio, come io della luce. Siamo sempre stati gemelli in tutto, soprattutto nel potere. Finché... non perse la ragione. –
• Che cosa... cosa fece? –
• Darkeus seminò il panico tra il popolo, soggiogandolo e mettendo molti al proprio servizio. Parlava di libertà, ma in verità intendeva il contrario. Quando ormai fu chiaro il suo tentativo di soverchiare il mio potere, il potere della luce, noi tutti intervenimmo, con l'ausilio di un giovane uomo coraggioso, di nome Alden. Unendo le nostre forze riuscimmo a sigillare Darkeus sotto questo tempio, usando la spada di Alden come sigillo, ma per farlo, arrivò perfino a dare la propria vita. –
• Diede tutto se stesso... per sigillare Darkeus... – ragionò Ash, sentendo un brivido percorrergli la schiena. Quello voleva dire una sola cosa: se mai Jay avesse provato ad estrarre quella lama, Darkeus sarebbe stato liberato e di conseguenza l'intera umanità sarebbe stata di nuovo in pericolo. Azelf gli svolazzò su una spalla, continuando poi a svolazzargli intorno, ancora euforico per la sua presenza.
• Per quanto riguarda il dove... – continuò Arceus – Ci troviamo in una dimensione parallela. Nello scorcio che c'è tra un decimo di secondo e il seguente. Questo è una lacerazione nel tempo. –

Ash lo guardò sconcertato. Non era sicuro di aver seguito tutto il discorso, ma quel che era chiaro era che quello era un luogo pressoché irraggiungibile, a meno che non si fosse nelle grazie degli dei pokémon.

• Una dimensione è stata creata per salvaguardare la prigionia di questo pokémon?! Allora non vedo come Jay possa rappresentare una minaccia. È impossibile da raggiungere! –
• No. Un modo c'è. E quella donna l'ha trovato. –

Azelf si fermò finalmente sulla spalla di Ash, ma non appena lo fece una visione squarciò la mente del ragazzo. Vide ancora il Palazzo del Master. E Jay, con in mano un sacchetto. Sorrideva trionfante, mentre ne svuotava il contenuto sul palmo della mano, rivelando alcune pietre verdognole a forma di ingranaggio. La visione svanì così com'era comparsa e Ash per poco non volò a terra.

• Se la cacciatrice riesce a riunire tutti e otto gli ingranaggi entro la prossima luna piena, il campo magnetico che ne verrà creato causerà uno squarcio spazio-temporale, che le permetterebbe di individuare e raggiungere questa dimensione. – gli spiegò Arceus, quasi sapendo cosa Ash avesse appena visto.
• E... e quanti ne ha, per ora? –
• Cinque. Tre dal Palazzo del Master, ove erano custoditi. Altri due da privati o da templi nascosti. –
• Ma non capisco! A che cosa potrebbe mai servirle un disastro mondiale?! –
• Ash, Darkeus sarà pure sigillato, ma può ancora raggiungere la mente delle persone con la propria. Non gli ci vuole molto per corrompere l'animo umano, attraverso promesse che non manterrà mai. –

Ash abbassò lo sguardo. Ora era tutto chiaro. Il perché si fosse trasformato, il perché della visione... tutto!

• Bisogna fermarla. –
• Temevo che l'avresti detto... ma solo ora comprendiamo quanto sia stato sciocco cercare di cambiare il futuro. Alla fine, sarebbe stato inevitabile coinvolgerti. –
• La cercherò! E le impedirò di impossessarsi degli altri ingranaggi. In un modo o nell'altro ce la farò, fidatevi. –
• Noi cercheremo di darti una mano. Rimarremo vigili e Azelf ti avvertirà di tutte le novità che verremo a sapere. Fino ad allora... –
• Me ne starò buono ad attendere, sì... ma comunque chiederò l'aiuto di qualcuno. Da solo non ce la potrei mai fare. –
• Essia. Ma che siano solo persone fidate. –
• Contaci. –

Misty era in agitazione. Continuava ad andare avanti e indietro per la stanza, la stessa da cui era sparito Ash, quasi nella speranza di vederlo ricomparire così com'era svanito. Brock sedeva sul letto e la osservava andare avanti e indietro, ottenendo però solo una vaga sensazione di nausea. Pikachu se ne stava sul davanzale della finestra, con le orecchie abbassate, nel tentativo di scorgere qualcosa, o qualcuno, che però non c'era.
Poi, così come prima, accadde: ci fu uno stranissimo rumore, quasi metallico, poi un portale analogo al precedente si aprì davanti ai loro occhi. Dopo breve, a saltarne fuori fu Ash, molto più sveglio e vigile di quando era sparito. Non appena il buco nero si fu richiuso, Misty volò letteralmente fra le braccia di Ash.

• Ash! Oh mio dio, stai bene!! Ero così preoccupata, stupido moccioso! –

Ash la scostò piano, sorridendole, ma Misty notò nel suo sorriso una nota di incertezza, preoccupazione.

• Dove sei stato? – gli chiese Brock, scattando in piedi.
• Ero... con Arceus... –
• Arceus?! – ripeté lui, mentre Misty sorrideva.
• Ehi! – disse infatti – So chi è, stavolta! Ho letto alcune leggende che lo riguardavano. Se non sbaglio è il padre dell'intero universo, giusto? –
• Più o meno sì... – annuirono gli altri due. Misty gonfiò orgogliosa il petto, fiera di aver fatto centro.
• E che cosa ti ha detto? Deve pur averlo avuto un motivo per convocarti a quel modo. –
• Bhe... in effetti sì. –

I due lo guardarono, facendogli cenno di continuare. Arceus aveva detto di arruolare solo gente fidata. E chi c'era di più fidato dei suoi migliori amici?