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18 luglio 2012

Fic: Change 13

Sempre a fine fic, troverete altri disegni di Riri ^^

CHANGE

Autrice RIRI

Capitolo 13


Per un primo momento fu tutto luce e riflessi, rumori tra il metallico e il gorgoglio dell'acqua dei fiumi, poi ci fu un ultimo flash e finalmente... i loro piedi poterono toccare nuovamente terra.
Ash si guardò attorno: erano sull'orlo di un altissimo dirupo, che si affacciava su una vallata verdeggiante immensa. Al centro di essa si ergeva un tempio immenso. Dalle dimensioni con cui lo vedevano non doveva essere tanto lontano... oppure era molto ma molto grande.
Con un brivido Ash riconobbe lo stesso tempo visto in visione e, soprattutto, lo stesso in cui si nascondeva la spada che teneva sigillato Darkeus. Possibile che Jay fosse già là dentro? Se così era, allora non c'era un solo attimo da perdere.
Tuttavia... un problema sussisteva: come cavolo avrebbero fatto a raggiungere il fondo del dirupo?
Ash guardò Misty e dalla sua espressione immaginò che anche lei si stesse chiedendo la stessa cosa. Una lampadina gli si accese nella testa: ma certo, avrebbe usato Staraptor! Come aveva fatto a non pensarci prima?!
Afferrò la sfera poké dalla cintura di Misty (sì, perché erano ritornati nei loro corpi, ma stavolta ad essere invertiti erano i vestiti), premette sul pulsante.... e non successe niente. Interdetto, riprovò. Ancora e ancora. Ma nulla. Era come... spenta, rotta.
    • Forse in questa dimensione non funzionano... – disse Misty, incrociando le braccia.
    • Già... ho notato. – Ash rinunciò, riponendo la sfera nella cintura della ragazza. La sua cintura, che aveva indossato quando ancora era nel corpo della ragazza. – Vuol dire che dovremo vedercela da soli... – e nel dire quella frase, si rese conto di che errore avesse fatto a portarsi dietro Misty. La stava esponendo ad un pericolo mica da ridere. Anzi, c'era più da piangere!
    • Va bene, ma come facciamo ad andare laggiù? – Misty si sporse, rabbrividendo quando considerò seriamente quella trentina di metri, se non di più, che li separavano dal suolo.
Ash stava ancora pensando ad un modo per non perdere tempo, quando una voce risuonò nella sua testa. La riconobbe al volo.
    • Azelf! – esclamò d'un tratto, facendo sobbalzare Misty, che per poco non volò giù.
Dopo neppure un secondo, il piccolo essere azzurro si materializzò davanti a lui, sorridente come non mai. Si mise a fargli le fece, continuando a cinguettare, volandogli attorno.
    • Sì, anch'io sono contento di vederti. Ma adesso ascoltami: abbiamo bisogno di te. Ci aiuterai? –
Azelf si fermò di botto davanti al suo viso, corrucciandosi e picchiandosi una manina sul petto. Annuì deciso. Ash sorrise. Bene: parte del problema era risolto.
    • E così tu sei Azelf? Sei davvero carino! – disse Misty, facendosi avanti e allungando una mano verso il pokémon, che arrossì al complimento, emettendo un verso contento. Misty rise e Ash sorrise nel sentire la sua risata. Un bellissimo trillo che da troppo non sentiva.
    • Ci aiuteresti a raggiungere terra? – gli chiese Misty e Azelf annuì, balzando indietro.
Nello steso istante, i due ragazzi sentirono i propri piedi staccarsi da terra. Fluttuarono oltre il bordo del precipizio e sia Ash che Misty percepirono il cuore balzare loro in gola. Ma non era il momento di avere paura, di farsi prendere dalle vertigini. Presto avrebbero vissuto di peggio.
Scesero lentamente verso terra e per ogni metro che percorrevano Ash notava qualcosa in più della radura che si disperdeva a vista d'occhio davanti a loro.
Antiche colonne mezze diroccate erano disseminate qua e là, mezze mangiate dall'edera e dal muschio. Quello che doveva essere il cielo, sopra di loro, pareva più che altro un insieme violaceo di stelle, come una piccola galassia.
Non soffiava vento, non c'era caldo né freddo. Per quanto bene si presentasse, mai e poi mai Ash avrebbe voluto vivere in un luogo del genere. Era... morto. Paralizzato. Solo un dipinto, una copia della realtà. Uno strappo nel tempo e nello spazio in cui era rinchiusa la più grande minaccia dell'universo. Avrebbe sfidato chiunque a rimanere lì per degli anni e non impazzire.
Quando finalmente i loro piedi poterono nuovamente posarsi sul solito, Ash e Misty si ritrovarono immersi nell'erba. Era alta abbastanza da sfiorare loro le ginocchia.
    • Andiamo. – la sollecitò, quindi cominciò a correre verso il tempio.
    • Ash. Ash, aspetta! – Misty lo raggiunse, cercando di stare al suo passo. – Una volta là, mi dici cos'hai intenzione di fare? –
    • Non lo so. –
    • Come “non lo so”?! – Misty era sconcertata.
    • Oh, Misty, cosa vuol dire “non lo so”? Vuol dire che non lo so! –
    • Perspicace, Ash Ketchum. Grazie per questa illuminante spiegazione. –
    • Non ci ho ancora pensato, anche perché non so cosa aspettarmi. Niente qui è prevedibile. –
    • Perciò seguiremo il tipico piano alla Ketchum: tutti allo sbaraglio... –
    • In poche parole sì. –
    • Bhe, perfetto... –
    • Era sarcasmo, quello? –
    • Bhe, Ash... ci è andata bene così tante volte... perché ora dovrebbe essere diverso, giusto? –
Mentre correva, Ash si voltò verso di lei, solo per sorriderle. Un sorriso, nient'altro, ma in esso Misty aveva scorto più di quel che mille parole avrebbero potuto dire. C'era incoraggiamento, speranza, ma anche affetto e ottimismo. Dopo averlo visto, Misty sentiva di poter ribaltare il mondo, se solo avesse voluto.
Il tempio era più lontano di quanto non sembrasse, ma ugualmente riuscirono a raggiungerlo. Ash si fermò di colpo, quando giunse alla base delle scale che avrebbero portato all'entrata. Ansimava per la corsa e sentiva il cuore scoppiargli nel petto. Ma sapeva che non era solo per la fatica. Stava letteralmente morendo di paura. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma se avesse potuto fare a meno di entrare in quel luogo... bhe, non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e se ne sarebbe andato a gambe levate. Ma non poteva. No. Non quella volta.
Sentì qualcuno afferrargli la mano. Si voltò. Misty sorrideva incoraggiante. Si rese conto con crudele consapevolezza che, una volta entrati, nulla sarebbe stato certo. Neppure se sarebbero riusciti a uscire. O almeno lui. In un certo qual modo era sicuro di riuscire a far scappare almeno Misty. Lei si sarebbe salvata, in un modo o nell'altro. Oh, sì. Quello poteva anche giurarlo.
    • Misty... –
    • Dimmi. –
    • ma come fai a stare sempre vestita così stretta?! – no. Non era propriamente quello che voleva dirle, ma non ce l'aveva fatta. Non sapeva cosa cavolo gli prendeva. Perché era così difficile dire una semplice frase?
A quell'uscita, il sorriso di Misty si congelò per un attimo, poi divenne più una smorfia ironica.
    • Ah, perché tu? Questi vestiti saranno almeno di una taglia più grande! I pantaloni continuano a cadermi! Non sai che fatica correre. –
    • Ah sì? Io invece ho tutto il sudore appiccicato alla pelle e questa maglia iper-aderente non è che aiuti. Anzi, ho più caldo del normale. E poi... stai dicendo che sono grasso?! –
    • Mai detto una cosa del genere. Lo hai detto tu, non io. –
    • Ma sentila, sta qui... – mormorò Ash, tornando a guardare il tempio. Là, in alto, ove spiccava la grossa entrata. Il portone era socchiuso, segno che qualcuno già era dentro. Sospirò e il suo cuore fremette di paura. Percepì una goccia di sudore scivolargli lungo la tempia. Bene... era giunto il momento?
    • Ash... –
Si voltò, ma invece dell'ennesimo insulto, si ritrovò le labbra di Misty premute contro le proprie. Barcollò all'indietro per la sorpresa, ma la ragazza gli afferrò la testa fra le mani, impedendogli di staccarsi. Ancora una volta, dopo lo shock iniziale, entrambi schiusero le labbra per esaudirsi a vicenda.
Scoprì che, se mai non fosse riuscito a tornare a casa, quello gli sarebbe mancato molto. Era il terzo bacio della sua vita, distante tempo di record dal secondo. Già... baciare...
Fino a qualche mese prima neppure ci dava un significato. Va bene, era quello che facevano gli adulti che si volevano bene, ma... lo aveva sempre visto come qualcosa di insensato e anche un po' disgustoso. Ancora non capiva quali emozioni scatenasse. Ora invece lo sapeva. Sapeva che baciare poteva alimentare una sorta di dipendenza dalla persona interessata. E Misty... Misty era sempre stata la sua migliore amica.. ma di colpo, non ne era più tanto sicuro.
Non era sicuro su cosa si provasse ad amare qualcuno, d'altronde non gli era mai capitato e per lui era ancora un concetto del tutto sconosciuto. Ma con Misty... era normale tenere tanto ad una persona, essendo consapevoli di poter dare la propria vita per essa?
Misty si staccò per un attimo, scoccandogli un ultimo bacio sbrigativo sulle labbra ancora socchiuse del ragazzo. Lo guardò negli occhi, senza mollare la sua testa.
    • Andrà tutto bene. Torneremo a casa insieme. – gli disse.
    • Non preoccuparti. Tornerai a Kanto in men che non si dica. – disse. Non era propriamente la risposta che Misty avrebbe voluto sentire, ma lei parve non farci caso. Impressionantemente non colse il messaggio velato nelle sue parole.
    • Allora andiamo. –
Salirono le scale facendo i gradini a due a due. Azelf svolazzò sopra le loro teste, anticipandoli verso l'ingresso. Quando finalmente giunsero in cima, Ash non esitò oltre e passò nella feritoia del pesante portone, sapendo di non poter fare niente per aprirlo di più. Le due ante erano pesantissime soltanto a guardarle.
Ad accogliere i due ragazzi fu un corridoio con la volta a botte. Era lunghissimo e ricco di colonne e arabeschi. Il pavimento poi, pareva un mosaico solo.
Corsero per il silenzioso corridoio, illuminato in più punti da bracieri enormi. I loro passi rimbombavano sulle pareti. Giunsero infine dinnanzi ad un secondo portone a doppia anta. Era chiuso.
    • Azelf. – disse Ash, osservando il piccolo esserino blu. Quello
annuì. La pietra sulla sua fronte si illuminò e il portone si aprì cigolando e sfregando pesantemente contro il pavimento, sollevando un gran polverone, come se non fosse stato aperto da tantissimo tempo.
Entrarono e Ash si ritrovò nella sala circolare che aveva visitato già in precedenza con gli dei pokémon. La spada era ancora al suo posto. Tutto pareva nella norma.
Ash deglutì, cercando di calmare il proprio cuore, che gli impediva di ragionare. C'era qualcosa che non andava. Avanzò. A separarlo dalla sala vera e propria c'era una rampa di scale. Una a destra e una a sinistra, che scendevano lungo il profilo circolare della stanza, fino a raggiungere terra.
Si sporse oltre il rialzo... e cacciò un urlo stupito.
    • Ash! – Misty lo raggiunse, guardando anch'ella oltre il bordo, sotto di loro.
Tre immense statue di pokémon giacevano al suolo. No. Non erano semplici statue, Ash lo sapeva.
    • Dialga... Palkia... Giratina... – mormorò. Erano stati pietrificati... questo voleva dire...
Alle sue spalle, Azelf cacciò uno strillo da far accapponare la pelle. Ma quando si voltò, lo vide cadere al suolo, mentre ancora riluceva della luce dorata che lo stava velocemente tramutando in pietra.
    • No!!! – urlò Misty, ma ormai era troppo tardi. Azelf si solidificò con un ultimo bagliore.
In piedi, davanti all'ingresso, Jay puntava verso di loro il bracciale, sorridendo come mai le aveva visto fare. Non era un sorriso normale, neppure un ghigno. La bocca pareva deformata, quasi demoniaca. Più larga di quanto avrebbe dovuto essere in realtà.
    • Sei giunto infine... – sibilò, ma quella non era la sua voce. Pareva più quella di un demone, che riverberava nella sua stessa gola.
    • Jay! Fermati! È una pazzia, non ti rendi conto di cosa... –
    • Oh, sì che mi rendo conto, moccioso. Darkeus mi ha promesso ciò che più desidero, a patto che lo liberi. –
    • E sentiamo, cos'è che tanto desideri? –
    • Non è ovvio? Ucciderti. – neppure il tempo per Ash di assimilare la frase, che Jay sparò un nuovo colpo. Tuttavia riuscì a schivarlo, mettendo però un piede in fallo e cadendo oltre il bordo del parapetto con un grido di sorpresa. Atterrò pesantemente al suolo, ma non si fece poi più di tanto male. Non era una gran altezza...
    • Ash! – Misty lasciò perdere le scale, balzando giù e atterrando direttamente al suo fianco. – Tutto bene? –
    • Sì, sì, sto bene... –
Rumore di tacchi. Ash sollevò lo sguardo e vide Jay raggiungere il punto in cui pochi secondi prima si trovavano loro. Li osservò dall'alto, sorridendo.
    • Sai, è stato lui a mandare quella falsa visione a Dialga. Ha deformato la realtà, mostrandogli che presto saresti stato in pericolo. Com'era prevedibile, i quattro pokémon leggendari del tempo, dello spazio, del caos e dell'origine, hanno fatto di tutto per proteggerti e tenerti nascosto. Non si sono resi conto... che ti stavano lentamente portando proprio da noi. Da me. –
    • Quindi... era tutto previsto... io dovevo venire qui. –
    • Esatto, Ash Ketchum. Niente di più geniale, non trovi? Strano come funzioni la mente umana... riveli ciò che vorresti succedesse e questo accade davvero. –
    • Parli come se tu non fossi umana. –
    • Oh, ma io non lo sono più da tempo, moccioso... – raccolse da terra la statua di Azelf e la guardò con disgusto. – Grazie a questo orrido esserino... e anche grazie a te. Io non sono più quella che ero... ma Darkeus mi ha accolta. Mi ha dato una seconda possibilità. Sono riemersa dalle tenebre! –
Ash rabbrividì. Ora molte cose stavano prendendo il loro giusto posto nella sua mente. Allora... Jay era davvero morta nell'esplosione della propria nave. Una mano si strinse sulla sua spalla. Misty pareva terrorizzata: anche lei doveva avere capito.
Quella non era Jay... ma solo l'emanazione della sua anima, a cui i poteri di Darkeus avevano dato una forma. Non era altro che un'ombra. Qualcosa di inconsistente e destinato a svanire.
    • Io libererò Darkeus. Non mi importa ciò che accadrà poi. Non è più affare che mi riguardi. E voi non potrete fare nulla per impedirmelo! –
    • Sei un'illusa, Jay!!! –
Ash scattò in piedi. Si sentiva furioso, ma anche spaventato a morte. L'aiuto di coloro su cui contava di più era venuto meno ancor prima che giungesse in quel luogo. Non poteva più contare sull'aiuto degli dei pokémon... allora ce l'avrebbe fatta da solo. E allora... il suo futuro gli parve chiaro come il sole.
Jay spiccò un balzo disumano, superandoli e atterrando vicinissima al centro della stanza, a due passi dalla spada.
    • Tu stai qui. – disse sbrigativo a Misty, quindi scattò verso Jay. Lei non si accorse del suo arrivo, troppo sicura e concentrata sulla spada. Le volò sulla schiena, passandole le braccia attorno al collo. La strattonò, cercando di farla sbilanciare, ma la donna cacciò un urlò, agguantandolo per la maglia e scaraventandolo via come un pezzo di polistirolo.
Ash si schiantò a terra, dove rotolò per qualche metro prima di fermarsi. No, era chiaro che quella donna non fosse umana. Non poteva avere una simile forza. Era assurdo. Ed ecco anche perché era sopravvissuta al volo dalla finestra della Base Rocket. Non poteva morire... perché era già morta.
La vide puntargli il bracciale contro, ma prima che potesse sparare venne spintonata da dietro, volando a terra. Misty era corsa in suo aiuto. Si posizionò vicino alla spada, come unico ostacolo tra essa e la donna.
Davanti a quel misero tentativo di fermarla, Jay scoppiò in una spaventosa risata divertita. Non provò neppure a colpirla con il bracciale.
Semplicemente, le mollò un manrovescio che la fece ribaltare a terra con un gemito strozzato. Al che, Ash non ci vide più.
Raccolse da terra la prima cosa che gli capitò sotto tiro, ossia un'asta di pietra, probabilmente franata da qualche bassorilievo sulle pareti.
Raggiunse le spalle della donna in pochi balzi e percosse la sbarra sulla sua schiena. Lei si volse a guardarlo infastidita. Cercò di disarmarlo, ma Ash era abbastanza furioso da riuscire a scattare per schivarla. Con un balzò evitò l'ennesimo colpo della donna, colpendola ancora e ancora.
Collo, costole... diede un ultimo, potente colpo alle gambe, che frantumò l'asta di pietra, falciando la donna e facendola cadere lunga distesa a terra.
    • Tu prova solo a toccare Misty... e giuro che desidererai tu stessa tornare nel mondo dei morti. – sibilò minaccioso, liberandosi del moncherino ormai inutile. Jay scoppiò a ridere, rialzandosi lentamente.
Misty si sentiva... impotente. Inutile. Non sapeva che cosa fare. Jay era inarrestabile. Come avrebbero fatto a fermarla? Neppure la minaccia di Ash l'aveva minimamente toccata.
    • Non te l'ho detto? Una volta che avrò liberato Darkeus, io e lui diverremo una cosa sola. Sarà per mano nostra se morirai! –
E poi... scomparve. Come un fantasma. Ash si guardò attorno allarmato, così come anche Misty. Ma dov'era? Dove si era cacciata?!
Con orrore la individuò vicino alla spada. Abbastanza vicino da poter allungare una mano e afferrarla. Lo fece. Afferrò l'elsa della spada e, non appena lo fece, una luce nera e sfrigolante la circondò, fulminando con piccole scintille il terreno intorno.
    • No, Jay, fermati!!! –
Ma la donna non lo ascoltò. Diede un ultimo strattone e il sigillo si disintegrò definitivamente. Per un solo istante non successe niente, solo silenzio. Nessun suono....
Un esplosione. Ma senza fuoco. Solo un'onda d'urto talmente potente da scaraventarli contro le pareti della stanza come fogli di carta. Ash cozzò contro il muro, rimanendovi ancorato per qualche secondo a causa del vento nero che si stava propagando tutto attorno.
Quando finalmente toccò terra, accasciandosi al suolo, ancora senza fiato per il terribile colpo ricevuto, vide il pavimento creparsi, mentre dal punto in cui prima si trovava la spada una zampa, analoga a quella di Arceus, si innalzava verso la libertà.
Scosse la testa, ancora imbambolato. Vide Jay alzare le braccia in segno di vittoria e, con un ultimo grido, di disfò in polvere nera, che si unì all'aura oscura che circondava il pokémon che poco a poco emergeva nella sala.
Non riuscì a muoversi. Né a pensare. Solo guardò. Assistette alla scena impotente, con un terrore dentro al corpo, come mai prima d'allora.
D'un tratto si ricordò di qualcosa di importante: Misty. Si voltò, nella speranza di trovarla. Era rannicchiata a terra, contro al muro, poco distante da lui.
Dovevano uscire da lì. Dovevano scappare. Con le ultime forze rimaste, scattò verso di lei. La prese per mano e il suo arrivò la spaventò tanto da farle cacciare uno strillo acuto.
    • No, sono io! Alzati, dobbiamo andarcene!!! –
La alzò di peso, tenendole un braccio attorno alla vita, per assicurarsi che lo seguisse. Salirono le scale di corsa, cercando di evitare le profonde crepe che andavano via via formandosi.
Stavano per varcare la soglia che li avrebbe portati al corridoio, quando Ash si accorse della testa di Darkeus che scattava, voltandosi nella loro direzione. Oh, no... li aveva visti!
    • Corri!!! –
Accelerarono il passo, fiondandosi per il corridoio. Il pavimento franò in più punti, sbarrando spesso loro la strada. Al che, dovevano saltare per raggiungere l'altra sponda di pavimento. Corsero, evitando talvolta le lingue di oscurità che cercavano di agguantarli.
No, no, non potevano fermarsi. Ash spinse Misty di lato, coprendola con il proprio corpo contro al muro, mentre l'ennesima emanazione solida di oscurità scattava verso di lui, frustandogli la schiena. Ash gemette, quasi sentendo le gambe cedergli.
    • Ash! Ash, stai bene??? –
    • Sì, tutto a posto. Non ti fermare! – la prese per mano, strattonandola di nuovo, per obbligarla a rimettersi a correre.
Il portone di ingresso era stato spalancato dall'onda d'urto. Bene. Dovevano solo proseguire dritti e... neppure Darkeus avesse sentito i suoi pensieri, davanti a loro si creò una voragine, che li separò dall'uscita. Ma non per questo Ash si fermò. Aveva il giusto slancio per fare una cosa...
Agguantò Misty per entrambe le braccia, roteò su se stesso... e la lanciò fuori. La vide superare il portone, rotolando per terra, prima che due lingue di oscurità sbarrassero nuovamente l'uscita.
Era in trappola... ma almeno Misty era salva.
    • Ash... – una voce rimbombò nella sua mente.
    • Arceus! –
    • Dunque è successo ciò che temevamo... vorrei aiutarti, ma non riesco ad accedere alla Dimensione. I poteri di Darkeus mi tengono fuori. –
    • Non è colpa tua... era una cosa imprevedibile... ma non ancora tutto è perduto. –
    • Ash... –
    • Come Alden riuscì a rinchiuderlo, anch'io posso. –
    • Alden aveva noi a supportarlo. –
    • Non importa. Devo almeno tentare. –
    • Ash... comunque vadano le cose, tu... –
    • Lo so. – rispose sicuro. Sì, lo sapeva già da quando aveva messo piede in quella Dimensione.
    • possiamo contare solo su di te, ragazzo. –
    • Non vi deluderò. – si voltò nuovamente verso il portone che conduceva alla sala da cui Darkeus ancora stava emergendo.
Quello era il momento buono. Ora o mai più. Prese coraggio, rimettendosi a correre, stavolta verso l'interno del tempio.

Misty sbatté un paio di volte le palpebre. Dove si trovava? E perché era coricata per terra? Si rialzò piano, massaggiandosi i punti dolenti. I suoi occhi incrociarono quasi subito il grosso portone chiuso. Si guardò attorno, rimettendosi in piedi. Ma di lui neppure traccia. Venne presa dal panico.
    • Ash!!! – niente. Nessuna risposta. No... non poteva essere... rimasto chiuso dentro?
Si voltò verso la radura, ma con orrore notò che là dove prima si espandeva il verde, ora c'era solo cenere. Cenere grigia dappertutto e tutto ciò che prima era vivo ora era solo un'ombra del passato.
E tutto quello... era per il ritorno di Darkeus? Non osò immaginare cosa sarebbe potuto succedere alla Terra se quel terribile essere vi fosse giunto.
Si girò nuovamente verso il portone. Che cosa potevano fare? Congiunse le mai sul petto, posando le labbra sulle dita chiuse.
    • Ti prego... ti prego Ash... fai qualcosa... puoi farcela... lo so che puoi... perché tu... sei Ash. –

Ash corse, balzando là dove il terreno franava. Quando attraversò nuovamente la soglia, notò che Darkeus ora era fuori per metà. Lo individuò. Ringhiò e il suo verso riverberò per tutto il tempio, facendo sfrigolare le pareti, già messe male.
No, non era il momento per farsi intimorire. Con lo sguardo individuò a terra la spada di Alden. Era ancora intatta. Forse poteva farcela davvero.
Bene... il piano: come prima cosa, prendere la spada. Il dopo si sarebbe visto. Balzò giù dal parapetto, ignorando le scale. Corse verso la spada, schivando un paio di zampate del pokémon. La afferrò. Era pesantissima, molto più delle carriole che sua madre lo obbligava a trasportare quando l'aiutava in giardino. Sorrise, a quel pensiero. Doveva ringraziare la mamma, se ora aveva la forza per sollevare quell'affare.
Non appena le sue mani sfiorarono il metallo dell'elsa, gli occhi rosso sangue di Darkeus scintillarono di ira.
Si prolungò verso di lui, sicuramente con l'intenzione di ingoiarlo vivo, ma Ash innalzò la spada dinnanzi a sé. Quella emanò un forte bagliore, che respinse la creatura. Ash sbatté le palpebre un paio di volte, completamente spiazzato. L'arma stava cambiando forma. Stava divenendo più sottile, più lunga... meno pesante. Mutò fino a che Ash non si ritrovò tra le mani uno spadone a due mani dal doppio filo sottilissimo.
Che cos'era successo? Darkeus emise un verso stridulo. Tentò di agguantarlo, di schiacciarlo come una formica, ma Ash lo evitò con una capriola. Non sapeva come, ma nell'esatto istante in cui l'arma si era solidificata in qualcosa di diverso, in sé aveva percepito una nuova forza.
Sapeva come fare. Cosa fare. Era il suo corpo a dirglielo. O forse la spada stessa.
Darkeus calò nuovamente su di lui con le fauci spalancate, ma Ash innalzò ancora una volta la spada, creando una sorta di cupola luminosa attorno a sé.
    • Luce... – mormorò tra sé e sé, capendo solo in quel momento. La luce scacciava le tenebre. Poteva sigillarlo di nuovo!
Avanzò, fendendo l'aria con la lama, così che una falce di luce si schiantò contro al muso del dio, che arretrò gemendo. Ci riprovò, ancora e ancora. Finché non lo vide nuovamente sprofondare nel terreno, là, dove avrebbe dovuto stare.
Innalzò un ultima volta la spada e da essa scaturì un raggio, che cozzò sopra il pokémon, facendolo rientrare definitivamente. Era il momento.
Ash saltò nella voragine, là dove ricordava esserci stato il centro della sala. Calò la spada, come a conficcarla nel nulla. Ma quella si fermò davvero, urtando contro un pavimento fatto di una luce violetta accecante.
La lama però non voleva affondare. Ash strinse i denti, cercando di ignorare il potente vento che cercava di scacciarlo via. Aderì al suolo luminoso con i piedi, ancorandosi per bene a terra. Spinse giù la lama, che affondò solo per un piccolo pezzo. Con quel gesto, Ash notò il pavimento della sala rigenerarsi un poco. Allora stava lì il segreto! Una volta sigillato Darkeus tutto sarebbe tornato come prima!
Non si diede per vinto. Urlò dallo sforzo con quanta aria avesse nei polmoni. Più la lama affondava, più sentiva le forze venirgli meno. Le braccia gli tremavano, la vista gli si annebbiava... ma non era il momento per arrendersi. Non ora. Doveva farlo per tutte le persone a cui voleva bene. Brock, Pikachu, sua madre, il professor Oak... Misty.
Spalancò gli occhi, concentrandoli sull'elsa della spada, come se quello l'avesse fatta penetrare più in fretta, messa in soggezione dal suo sguardo.
Si sentiva venire meno... l'oscurità si stava impadronendo della sua vista... i polmoni facevano fatica a riempirsi di aria nuova.
Urlò, calando tutto il proprio peso sull'elsa. E finalmente la spada fu al suo posto. Affondata fino all'elsa. Nello stesso attimo in cui il sigillo fu di nuovo attivo, una seconda onda d'urto si propagò tutt'attorno. Una luce accecante gli annullò la vista...

Misty sentì un forte boato provenire dall'interno del tempio. Arretrò di qualche passo, senza capire cosa stesse succedendo. Non riuscì a fare altro, che il portone si spalancò di colpo, così che una forte corrente d'aria la investì, mandandola gambe all'aria.
Osservò allibita la scena. Quell'onda di luce stava attraversando la valle a velocità impressionante e ovunque passasse ogni cosa ritornava ad essere verdeggiante, viva.
Un ultima colonna di luce si innalzò verso il cielo, facendosi sempre più sottile, svanendo del tutto. E fu silenzio.
Misty si guardò attorno confusa. Era.... finita?
    • Ash.... – corse dentro. Si sentiva le ali ai piedi. Percorse il corridoio a velocità sovrumana. Superò la soglia che dava alla sala. Frenò solo quando fu sull'orlo del parapetto.
Ash era là, in piedi. Le dava le spalle e davanti a lui vi era l'elsa della spada, completamente immessa nel pavimento. Ce l'aveva fatta! Aveva rimesso il sigillo!
Però, il sorriso le morì sulle labbra quando vide Ash crollare lentamente a terra. Seguì la scena come se fosse al rallentatore. Ash finì lungo disteso a terra di botto, come una marionetta a cui hanno tagliato di colpo i fili.
Da lì non si mosse più. No. No, non poteva essere... no, si rifiutava di crederlo...
    • Ash... –
Non riuscì neppure a muoversi. Percepì le gambe come pietrificate.
    • No... –
Un forte giramento di testa la costrinse in ginocchio. No, era solo un brutto sogno... solo questo... lui era Ash Ketchum... non poteva essere...
    • AAAAAASH!!!!! –


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh, che bello! Torno a casa dopo la vacanza e trovo questo MERAVIGLIOSO capitolo di Change! ^w^
Si, perché E' meraviglioso! Sono rimasta con il fiato sospeso per tutto il tempo!
La rivelazione di J mi ha lasciata con lo sguardo di un'ameba per almeno cinque minuti. Non me lo sarei MAI aspettata, geniale! °0°
Arceus e compagnia sono inutili -.-
E poi... Oddio, Ash è mortoooooo! çoç No, va bhe, lo so che non è morto... Però poverino!!!! çOç Forse Misty lo riporta in vita con un bacio ^^
Mi è piaciuto davvero moltissimo questo capitolo! Il prossimo sarà l'ultimo, immagino... Bhe, da una parte sono contenta e dall'altra mi dispiace che sia finito ^^
Ok, ora ti lascio. Alla prossima!
Ser <3

Anonimo ha detto...

Seeeeeeer!!!! Ben tornata!!!! Per oggi ero già rassegnata al vuoto malinconico della casella commenti, invece tu torni e mi fai questa bella sorpresaa!!! XD
Bhe, devo dire che immagino tu sia tornata da POCHISSIMO e stanchissima per il viaggio, visto che non hai avuto neppure uno sclero nel commento O__O ahahhahahaha
Yes il prossimo capitolo is the LAST!!! XD Bhe... Ash... chi ti dice che non sia morto davvero? ^^ forse non l'avete ancora capito, ma io sono terribilmente cinica. Potrei anche averlo fatto crepare davvero, sapete? ^^
Vaaaabbè, a parte questo, bhe non dispiacerti, perché mi avrai tra le scatole ancora per mooolto tempo, cara mia. Ho già pronta la trama e i punti della prossima fic e penso e SPERO di riuscire a inviare i primi cap a Ya_chan entro domenica. Per cui, posso solo dire una cosa: ALLA PROSSIMA!!!
Riri
P.s.: le anticipazione... bhe, non penso ce ne sia bisogno questa volta... U.U .... voglio tenervi con il fiato sospeso.
Bhe non ho da dire altro se non: NON VEDO L'ORA CHE SIA VENERDI'!!! Perché? Bhe, chi segue il blog lo saprà... ehehehe