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25 luglio 2012

Fic: Change 14

Eccoci alla conclusione della prima fic di Riri sul blog Love SatoKasu. Sono emozionata, è la prima fic (non mia naturalmente XD) che ha una fine in tempi così brevi. Un inchino a Riri. Mi spieghi come fai? XD
Un ringraziamento a Riri per aver accettato di aver pubblicato la fic in esclusiva sul blog ^^Naturalmente, Riri non si fermerà qui e come già anticipato da lei nel commento a fine pagina, tornerà con una nuova fic...la sua trama? Ce lo dirà lei stessa ^^
Nel frattempo, godiamoci l'ultimo capitolo e le ultime illustrazioni di Riri. Di cui l'ultima, lascio a voi immaginare cosa succede XDD
Commentate, mi raccomando!!
CHANGE

Autrice RIRI

Capitolo 14
    • Brock... –
Il ragazzo si voltò. Vera e Lucinda gli si stavano avvicinando.
    • Stai ancora guardando il cielo? – gli chiese quest'ultima.
    • Sì... spero sempre di rivederli tornare... –
Erano ritornati a Pallet, al laboratorio del professore. Là, in quel paese dove tutto era cominciato.
    • Sono passati due giorni... –
    • Nelle altre Dimensioni il tempo scorre diversamente. Per loro potrebbero essere trascorse solo poche ore. Dobbiamo essere pazienti. –
Vera sospirò, affiancandolo e mettendosi anche lei ad osservare il cielo.
    • Non dobbiamo preoccuparci. –
Gli altri due la guardarono interrogativi.
    • Bhe, si tratta di Ash, no? Ci ha promesso che sarebbero ritornati. – si voltò a guardarli. Fece l'occhiolino. – Quando mai è venuto meno ad una promessa? –

Misty non riusciva a muoversi. Come se rimanere lì, non toccare con mano ciò che aveva davanti agli occhi, fosse un modo per non renderlo reale. Poi però l'istinto ebbe la meglio.
Scattò in piedi, balzò giù dal parapetto e raggiunse il centro della stanza di corsa. Là, dove giaceva Ash.
Si buttò in ginocchio al suo fianco. Lo prese per le spalle e lo voltò. Non l'avesse mai fatto: gli occhi di Ash la fissarono. Erano spenti, fissi... morti.
    • No... – si portò una mano alla bocca, senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi. Cercò di soffocare un singhiozzo, ma non ci riuscì, facendolo rimbombare nel silenzio della grossa sala.
Allungò una mano tremante verso il suo volto pallido. Lo accarezzò. Era freddo come il ghiaccio.
    • Ash... –
Gli scostò una ciocca nera dagli occhi, come se potesse dargli fastidio. No. Ancora si rifiutava. Quello non era vero... quello non era Ash.
Non poteva esserlo!!!
    • Mi hai fatto una promessa... – singhiozzò, cercando di mantenere il controllo di sé. – Avevi detto che saremmo tornati insieme... – strinse forte le dita della mano contro il pavimento, graffiandolo e spezzandosi le unghie. Le dita le facevano un male cane, ma non era nulla al confronto di quello che sentiva dentro.
Il cuore... era come se una morsa lo stesse stringendo, tanto da farlo scoppiare. E allora non ce la fece più. Cacciò un grido, tanto acuto da assordarla. Urlò così forte da ferirsi la gola.
    • Me lo avevi promesso, dannato bugiardo!!! – urlò, picchiandogli un pugno sul petto, quasi sperando che reagisse e si lamentasse del colpo.
Le lacrime presero a scivolarle sul viso, senza che lei potesse fare nulla per fermarle. Non voleva fermarle. Si rannicchiò, portandosi le ginocchia al petto e circondandole con le braccia, nascondendo il viso tra esse.
Singhiozzò, come mai aveva fatto prima d'allora, infantilmente convinta che non si potesse provare un dolore simile.
Non si era accorta dei tre enormi pokémon che si stavano rimettendo in piedi, alle sue spalle. Non se ne accorse neppure quando uno di essi fece un passo, facendo tremare il pavimento.
Ash era... no, non riusciva neppure a pensarlo. Pensare quella parola avrebbe inevitabilmente reso tutto reale. Dannatamente e maledettamente reale.
Alle sue spalle, Dialga e Palkia piegarono all'indietro i grossi testoni. Non emisero alcun verso, solo il diamante e la perla di entrambi si illuminarono.
Un alone violetto circondò il corpo di Ash, senza che Misty, sepolta com'era tra le proprie braccia, se ne accorgesse. L'aura lo circondò, venendo poco a poco assorbita. Gli occhi spenti del ragazzo baluginarono della stessa luce, ma solo per un istante, spegnendosi lentamente.
Dialga e Palkia si guardarono. Quindi spiccarono il volo, svanendo nel nulla. Poco dopo anche Giratina li imitò, affondando nel terreno e svanendo anch'esso.
Rimasero solo Misty e Ash. Completamente soli in quel luogo immenso perso tra spazio e tempo.
Misty stava ancora singhiozzando come una disperata, quando una mano di Ash si mosse appena. Le pupille del ragazzo ripresero vita di colpo e lui fu costretto a sbattere le palpebre per umidificare gli occhi altrimenti secchi.
Si guardò attorno, confuso. Era... vivo? Sentì dei singhiozzi terribili alla sua destra e, quando voltò appena la testa per controllare, vide Misty raggomitolata, mentre si tormentava i capelli, quasi a strapparseli.
Senza pensare, scioccato da quella scena, allungò una mano verso di lei, sfiorandole la caviglia.
In risposta, la ragazza cacciò uno strillo sorpreso, mentre alzava di scatto la testa con gli occhi sgranati e rossi di pianto. I loro occhi si incrociarono e Misty lo osservò immobile, neppure avesse difronte un alieno.
    • Ehi... che hai? – le chiese confuso.
    • Che ho...? – mormorò Misty. – Che ho?! – ripeté, stavolta con un tono di voce decisamente più alto. Alzò una mano per dargli una sberla e Ash si raggomitolò istintivamente a uovo per difendersi, così che Misty lo colpì ripetutamente con sberle e pugni su gambe e braccia.
    • Mi hai fatto morire di paura, stupido bambinetto idiota che non sei altro!!! ti pensavo morto e tu, come se niente fosse, mi vieni a chiedere “Che hai”?!
    • Ehi! Ehi, ehi! Mi stai facendo male!!! Per favore Misty, pietà!!! –
    • Pietà?! Una randellata, ecco cosa ti ci vorrebbe per far rinsavire quel cervellino pieno di tarli che ti ritrovi! –
Gli diede un ultimo pugno, stavolta schivando le sue difese e prendendolo in pieno stomaco. Ash gemette, cadendo su un fianco, sempre raggomitolato. Misty si fermò per riprendere fiato, seppure la furia che sentiva dentro ancora non fosse scemata.
    • Non mi fare mai più una cosa del genere... – mormorò infine, crollando nuovamente seduta. Non poteva credere di aver pianto tanto per uno... uno stupido!
Ash si tirò lentamente a sedere, sempre reggendosi il punto colpito.
    • Mi rimarranno i lividi.. – si lamentò.
    • Fatti tuoi. –
    • Misty.... –
    • Che vuoi?! – ma prima che finisse la frase, si ritrovò letteralmente circondata dalle braccia di Ash, mentre le sue labbra erano già posate sulle sue. No, non se lo aspettava.
Sempre baciandola, come se ormai fosse un gran esperto, le accarezzò il viso, portandole indietro i capelli, in modo che non le dessero fastidio.
Si staccò, quel tanto da farle fare una smorfia contrariata. Ecco, lo sapeva. Adesso avrebbe detto qualcosa che avrebbe rovinato tutto. Tutto sarebbe finito e loro avrebbero ricominciato a litigare.
    • È andata bene, alla fine. – disse invece. Misty lo osservò stupita. Il suo tono di voce era veramente sollevato. E il suo sguardo... pareva più... maturo?
Ash si alzò in piedi, aiutandola a fare lo stesso. In quel momento, Azelf lo raggiunse svolazzando, ricco di gioia.
    • Ehi, piccolino! Hai visto? Ce l'abbiamo fatta! – sorrise Ash e Misty, nell'osservarlo, non riuscì a quantificare la felicità che provò nel vederlo sorridere. Quel sorriso, che ormai credeva perduto per sempre.
    • Ora... ci faresti tornare a casa? – gli chiese.
Il pokémon annuì, facendo una piroetta. Il gioiello sulla sua fronte si illuminò, generando un portale di un bianco abbacinante proprio dinnanzi a loro.
Ash porse una mano a Misty.
    • Torniamo a casa. –
La ragazza sorrise, afferrandogliela. Sì. Si tornava.

Ash camminava con passo tranquillo sul viale che portava a casa propria. Pikachu gli trotterellava attorno come al solito, suo madre era tornata da Jotho e l'allarme cacciatori era svanito, così che tutte le palestre potessero riaprire e riprendere le solite attività.
C'erano stati problemi riguardo il sovraffollamento di sfidanti, visto il lungo periodo di chiusura. Anche Misty aveva avuto la stessa seccatura, così come la famiglia di Brock, così che quest'ultimo dovette ritornare alle sue vecchie mansioni per aiutarli.
Coloro che erano giunti a Kanto da altre regioni per aiutarli erano tornati a casa e il Team Rocket... bhe, anche loro erano tornati ai loro lavori di dubbia legalità.
In poche parole, tutto andava per il meglio. Ormai dallo scontro con Darkeus era passato un mese abbondante. Nessuno parlava più dell'attentato al Palazzo del Master e le indagini erano cadute in un punto morto. Ma fortunatamente non c'era più nulla di cui preoccuparsi.
Quando erano ritornati nella loro Dimensione, annunciando la sconfitta di Jay e il ritorno della normalità, tutti li avevano accolti con mille grida entusiaste. Gary aveva organizzato una festa a casa del nonno in cui gli ospiti d'onore erano stati Ash e Misty, testualmente, gli sventurati mutaforma.
Sì, sì, bhe... spiritoserie a parte, era stata una gran bella serata. Pikachu lo chiamò, quasi invitandolo a sbrigarsi, quindi trotterellò per primo dentro al vialetto di casa.
Ash lo seguì, preparandosi a suonare il campanello, ma ancor prima che il suo dito toccasse il pulsante, la porta si aprì.
    • Bentornato, Ash! –
    • Misty?! Che cosa... –
    • .. ci faccio qui? Bhe, domani ho un giorno libero, così ho pensato di venirvi a salutare. –
Ben presto, la sorpresa sul volto di Ash lasciò il posto ad un largo sorriso entusiasta. Erano settimane che non la vedeva. Si era tagliata i capelli e ora le arrivavano appena sopra le spalle, come ai tempi in cui viaggiavano assieme, solo che ora il collo era più slanciato e le spalle più formose e meno ossute. Più... da donna.
Un brivido però gli percorse le membra al ricordo di un particolare: l'ultima volta che Misty aveva dormito da lui... il mattino dopo....
Scosse la testa. No, non sarebbe accaduto di nuovo, che stupidaggini...
Misty lo osservò come se fosse impazzito.
    • Ok... – disse, facendosi da parte per farlo entrare in casa. In risposta, accorgendosi della propria gaffe, Ash le riserbò un sorriso a trentadue denti.
    • Ah, senti... – disse, una volta che la ragazza ebbe richiuso la porta d'ingresso alle loro spalle. – Non per offendere, ma... non avrai mica cucinato tu, vero? –
    • E se anche fosse? – lo minacciò, visibilmente infastidita.
    • No, no, niente... era tanto per sapere... – già... sapere se rischiava un intossicazione.
Ma quando spuntò in cucina e vide sua madre ai fornelli, non poté trattenersi dal emettere un sospiro di sollievo.
    • Hai detto qualcosa? – Misty gli era arrivata alle spalle e gli sibilò nell'orecchio.
    • NO, niente! Ahahaha bhe, allora, mangiamo??? –

Fortunatamente, la cena era stata commestibile, segno che Misty non ci aveva messo mano. Ash uscì dal bagno, dopo essersi lavato i denti, ma passando davanti alla porta aperta della stanza di Misty, la trovò deserta. Si fermò. Dov'era finita? La luce era accesa...
Entrò e vide la finestra aperta. Si affacciò, guardando intorno, finché chissà perché gli venne l'impulso di guardare in alto. Fuori, sul tetto appena sopra la finestra, Misty se ne stava rannicchiata a rimirare il cielo.
Sorrise.
    • Che cosa fai? – le chiese, sporgendosi appena di più. La ragazza sobbalzò, abbassando lo sguardo su di lui.
    • Niente. Si sta molto bene qui. –
    • Mi aiuti? –
Misty gli afferrò la mano e lo aiutò ad issarsi sul tetto. Quando l'ebbe raggiunta, si sedette al suo fianco.
    • L'ultima volta che ho guardato le stelle da casa tua... – mormorò Misty – Poi il mattino dopo non ero più io... –
    • Hai paura che riaccada? –
    • Boh... so che non è possibile, ma il pensiero è sempre lì. –
    • Sì, ti capisco... –
Calò il silenzio, in cui entrambi se ne rimasero a osservare gli astri, perfettamente visibili in quel luogo campagnolo, ove nessun lampione disturbava la vista.
    • Ash... –
    • Sì? –
    • Secondo te come abbiamo fatto a tornare normali? –
    • Non se sono sicuro... ma penso che centri qualcosa l'essersi... accettati a vicenda... non so come spiegartelo... –
    • No, forse ho capito. La sera prima di trasformarci abbiamo litigato, ricordi? –
    • Esatto. È quello che intendevo. Abbiamo annullato la distorsione con l'opposto. Invece che litigare... –
    • Ci siamo baciati... – concluse Misty. Ash annuì. Abbassò lo sguardo su di lei e improvvisamente si rese conto che la ragazza aveva indosso gli stessi abiti di quando erano andati alla fiera di Cerulean. Solo che allora era stato lui ad indossarli. Gli venne in mente una cosa.
    • Misty... puoi controllare le tasche del gilè, per favore? –
Misty lo guardò con aria interrogativa, eppure ubbidì. Infilò le mani nelle tasche. Quando sul suo viso si dipinse un'espressione stupita, Ash capì che aveva trovato ciò che ci doveva essere.
Misty estrasse un sacchettino, di quelli di cartone, che solitamente danno assieme alla bigiotteria. Lo guardò confusa.
    • Aprilo! – la incoraggiò.
Misty sospirò, alzando le linguette della scatolina e riversandosi il contenuto sul palmo della mano. Ne uscì una collanina d'argento, con un ciondolo a forma di goccia, decorato da filamenti metallici lavorate in precise volute e ghirigori. La pietra azzurra riluceva come se all'interno avesse avuto ogni sfumatura del blu.
Misty trattenne il respiro difronte a tanta semplice bellezza, voltandosi verso Ash con gli occhi sgranati.
    • Ti piace? – sorrise, ma era piuttosto incerto.
    • Se mi piace?! È bellissimo! – fece per metterselo, ma trovò difficoltà nell'agganciarlo dietro al collo.
    • Aspetta... – allungò le mani, scostandole i capelli dal collo. A quel gesto un brivido percorse la ragazza, che si obbligò a restare immobile, mentre il ragazzo le agganciava il pendaglio.
    • Fatto! –
    • Senti, ma... dove lo hai... come faceva ad essere nel mio gilè? –
    • Ricordi il giorno in cui mi hai letteralmente trascinato alla fiera? Bhe, è stato lì che l'ho visto esposto ad una bancarella. Ho pensato che ti sarebbe potuto piacere e così l'ho comprato. Ho fatto bene?–
    • Direi proprio di sì! Mi piace tantissimo! –
    • Bhe, meno male... –
Misty si voltò verso di lui. Gli occhi del ragazzo scintillavano alla luce della luna, così come il suo sorriso. Le aveva fatto davvero un regalo bellissimo... altro che la sua esca a forma di Misty... però forse avrebbe potuto ringraziarlo in altro modo...
Poggiò il peso su un braccio, chinandosi verso di lui.
    • Grazie... – mormorò, prima di baciarlo. Ormai non c'era più quell'imbarazzo che provavano le prime volte. Anche Ash era più sciolto e istintivo. Non c'era più rigidità. Ma soprattutto.... santo cielo, Ash baciava davvero bene!
Non si sarebbe staccata per nulla al mondo... non fosse stato per una terza voce che li richiamò all'ordine.
    • Ragazzi, è ora di andare a letto! – li informò la voce di Delia, che li osservava dalla finestra.
    • Mamma!!! – si lamentò Ash, ritraendosi un po' più indietro sul tetto, per uscire dalla visuale della madre. Misty rise, seppure avesse preso la stessa colorazione dei pomodori maturi. Che figura!
    • Bhe, cinque minuti! – li informò la donna, ritirandosi.
    • Ma sicuro... – si lamentò Ash, incrociando stizzito braccia e gambe.
Misty sorrise, raggiungendolo gattonando. Però non gli andò di fianco, piazzandoglisi difronte. Si allungò verso di lui, caricando il peso sulle braccia.
    • Dove eravamo rimasti? – mormorò. Ash sorrise, andandole incontro e accogliendola tra le braccia. La baciò, stavolta con maggiore passione.
Impressionante... cosa? Tutto. Impressionante come solo qualche mese prima si sarebbero scannati al solo vedersi, impressionante l'avventura che avevano vissuto e che, francamente, entrambi speravano di non dover rivivere, impressionante il fatto di trovarsi lì, insieme, sotto le stelle, senza preoccuparsi di dover litigare. Ma soprattutto impressionante... quanto si fossero resi conto di dipendere l'uno dall'altro.
Erano cambiati esteriormente. Un cambiamento che li aveva obbligati a vivere situazioni in cui mai normalmente si sarebbero trovati. Un cambiamento che aveva portato un altro cambiamento. Però più profondo.
Il cambiamento verso una vita più adulta.


FINE


Angolino di una scrittrice che non crede di essere riuscita a portare a termine questa fic O.O :
Ebbene sì, gente! Ce l'ho FATTA!!! La mia prima fic! FINITA!!! * applauso, grazie *
Bene... dunque... com'era? Vi è piaciuta, non vi è piaciuta... sono aperta a tutte critiche, costruttive e non. ^__^
Sono felicissima di essere riuscita a terminarla e faccio qui, proprio come in un libro, i ringraziamenti:
    1. Un grazie megagalattico a Ya_chan, per le sue pubblicazioni settimanali e per non avermi sclerato contro dopo la notizia dell'allungamento della fic.
    2. Un bacione immenso a Ser, per aver seguito e commentato questo mio sclero d'immaginazione, assecondandomi in ogni capitolo e rendendomi il lavoro meno gravoso.
    3. Un grazie al mio computer, che non mi ha abbandonato neppure per un momento, senza mai surriscaldarsi al ritmo esagerato delle mie dita sulla tastiera, tenendo contemporaneamente la musica di sottofondo. T__T grazie, mio caro pc, I LOVE YOU <3
    4. E per finire, grazie anche a coloro (che non si chi siano ^_^ ) che hanno spuntato una delle reazioni alla base dei capitoli. È sempre divertente vedere che tipo di reazioni suscita la propria storia. E, bhe, sono felice di non aver mai trovato un “noioso”. Almeno per ora... O.O eh già, perché questi capitoli non sono ancora stati pubblicati, quindi c'è la possibilità che da qui a là qualcuno metta NOIOSO! T.T ok, dai non pensiamoci.
Ora... sempre che Ya_chan sia d'accordo... questo non sarà un addio. Questa fic è stata un esperimento, per vedere se mai sarei riuscita ad arrivare fino in fondo. Ora che ho visto che posso farlo, senza perdere la motivazione, annuncio ai miei lettori (ossia Ser) che presto o tardi tornerò con un'altra fic. Ma è ancora tutto in cantiere e non sono state buttate neppure le fondamenta... -__-
Bhe, prima o poi però la scriverò. Non so quando, né come, ma state pur certi che ce la farò!
Nella mail inviata a Ya_chan contenente questi cap, ho allegato anche alcuni disegni riguardanti la storia, che non so se e quando pubblicherà.
Con questo chiudo, stavolta davvero.
Un bacione a tutti
Riri


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ok, come posso scusarmi per l´imperdonabile e osceno ritardo che ho fatto?
Gary: Andandotene
Ser: Vattene tu >___>
Davvero, mi dispiace, ma sono in vacanza e sto pochissimo al computer! Ora recupero tutto!
Bhe, che dire? Mi e´ piaciuta un sacchissimo la tua fic *____* E che bel finale... che dolce Ashy alla fine *_____* Che pucciosita´!!!!!
No, veramente, non so che dire, mi sento troppo in colpa per il ritardo O.O Mi e´ piaciuta davvero tantissimo, comunque, dico sul serio!
Ora vado a vedere i post piu´ recenti, chissa´ che altro mi sono persa!!
Ok, ti saluto! Bravissima, non vedo l´ora di leggere la tua prossima fic!
Un bacio!
Ser <3
P.S. Sei tu quella nell´ultimo disegno, vero? E´ esattamente quello che succede a me quando finisco certe fic XDDDD

Yachan ha detto...

Se Ser era in ritardo...io sono in super ritardo XD Ma sempre meglio in ritardo, che mai, no? XDD
Allora, sono commossa T.T mi sembra di averlo già spiegato prima, perché ho vista questa fic nascere in questo blog e seguirne ogni pubblicazione, fino alla sua fine. E' come vedere un bambino che cresce e se ne va per la sua strada >.< (piccino, attraversa nelle strisce! XDD)
E devo dire, che mi è piaciuta molto la fic ^^, soprattutto la scena finale XD Brava Riri! E anche i tuoi disegni sono belli! L'ultimo disegno lo interpreto più come Ash e Misty che si vendicano perché gli ha cambiato il corpo XDD
Ora però, come con ogni storia che termina, si passa alla prossima storia! E quindi corro a leggere l'altra fic! A presto!