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20 agosto 2012

Fic: Settimana


settimana
Scusate...è stata una settimana piuttosto problematica ^__^'
Il fato vuole che a cambiare gestore telefonico, sia sempre un problema. Dappertutto! E quindi sono due settimane che continuo ad avere un surrogato di internet, finché non avranno finito con l'adsl. Perciò riesco a malapena a navigare in qualche sito, perché è così lento che mi ricorda i primi computer di anni fa XP
Ok, vi lascio, buona lettura!

SETTIMANA

one-shot


Era uno scherzo o cosa? Non poteva dire sul serio!
Il castano, suo vecchio rivale di un tempo, lo aveva indicato con il dito e con le sue labbra avevano pronunciato le fatidiche parole.
  • Da oggi, tu e Misty sarete una coppia, per una settimana intera. E per coppia, non intendo solo gironzolare per mano e sorridersi come beoti, intesi?
Ci fu un ovazione tra i presenti. I due nominati si guardarono increduli e fecero per ribattere, ma Gary era stato chiaro.
  • In alternativa, ti beccherai la penalità. E credimi, non ci andrò tanto leggero con te, Ash.
Il moro strabuzzò gli occhi. Doveva per forza stare scherzando, Gary. Non poteva affibbiarli prova più assurda. Fingere di essere il ragazzo di Misty...
Si voltò a guardare la ragazza, lei aveva lo sguardo perso nel vuoto. Deglutì. Se questa non era una fregatura! Misty non si sarebbe prestata a quella pagliacciata, Ash avrebbe perso sicuramente.
E tutto perché a qualcuno era venuto in mente, che in occasione del compleanno di Ash, si tirasse fuori un vecchio gioco che trattava di sfidare uno ad affrontare una prova o altrimenti era schiavo dello sfidante. Solo che non era come una volta da bambini, quando il massimo della vergogna era andare in giro nudi per casa. Questa volta Gary sapeva dove colpire per affondarlo in un secondo.
E gli altri non erano da meno. C'erano stati abbracci e baci, anche tra maschi, e ciò in principio era uno spasso. Ma quando due si dovevano baciare, Ash rivolgeva il suo sguardo altrove imbarazzato e si incontrava con lo stesso sguardo vergognoso di Misty. I due si guardavano in silenzio come complici di quella timidezza, per poi riprendere il gioco.
Quando era toccato a Gary e aveva puntato a lui, Ash aveva sudato freddo. Ma il castano non voleva umiliarlo, no, lui voleva la sua morte.
Ordinare a lui e Misty di fare coppia fissa, era come mandarlo al patibolo.
Già si immaginava come Misty avrebbe reso un inferno la sua vita, seppur la sfida durasse solo una settimana.
Nella lista di Gary, era stato pianificato tutto, ai luoghi, i cibi, orari, azioni e parole da dire. Tanta precisione, che Ash cominciò ad avere sospetti che Gary aspettasse giusto quel gioco per tirargli un tiro mancino.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Il primo punto era un giro nel bosco di Viridian, con Misty naturalmente. E sapeva cosa voleva dire: pokemon insetto.
  • Ahhh!- gridò lei, come previsto da Ash. Lui sospirò, vedendola aggrappata al suo braccio.
La ragazza seppur avesse diciassette anni, continuava ad aver terrore dei pokemon insetto.
  • Misty, vuoi calmarti?- fece lui stanco delle grida- Sono solo pokemon, e sono più spaventati loro di te, sai?
  • Tu non capisci...- disse lei offesa e staccandosi dal suo braccio. Per un breve minuto sentì di pentirsi che Misty si fosse staccata, ma non capiva perché.
  • Cosa?- chiese lui.
  • Per te è tutto facile. Non ti spaventa niente, eh?- gli diede le spalle incrociando le braccia, non prima di aver intravisto un luccichio nei suoi occhi.
Non era del tutto vero. In parte Ash spaventava il lato furioso della ragazza. Ma più di tutto aveva timore dei suoi silenzi e delle frasi in apparenza senza senso. Perché erano il presagio che bastava un passo falso e la ragazza sarebbe esplosa.
  • Kyaa!!- gridò nuovamente, al notare un Caterpie che le faceva gli occhi dolci, e corse sparata per il bosco.
  • Misty!- la rincorse. Cavoli se era veloce quella ragazza.
Il resto della giornata, era proseguito con Misty che gridava ad ogni cosa che si muoveva e Ash che la rincorreva e cercava di tranquillizzarla. Cosa non da poco, se si teneva conto che non ascoltava nessuno. Però a fine giornata aveva così tanto urlato e corso, che non le usciva un filo di voce.
Ash ringraziò che la stanchezza l'avesse fatta calmare. E con il tepore del sole, la ragazza si era addormentata. Vederla così, gli fece quasi tenerezza, pareva una bambina. Ma ahimè, si era addormentata lì e dovette lui portarla a casa, trasportandola per le spalle.
Lei dormiva beatamente.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Il secondo giorno era prevista una gita al parco. Niente di pericoloso, almeno. Il parco scelto era quello di Cerulean City, forse quello tenuto meglio e quindi frequentato da coppiette.
Ash cercò di non guardarsi intorno, mentre Misty si sedeva sul prato e disponeva le cose per il picnic.
Aspetta...cibo? Misty?
Ash guardò spaventato il cesto della ragazza.
  • Dimmi che hai una cuoca nella palestra o che una vicina caritatevole ha cucinato per te.
  • Che gentile- disse lei ironica- E dire che dovresti essere il mio fidanzato.
A quella parola, Ash si sentì congelare. Gli faceva un certo effetto sentirla pronunciare dalla ragazza, soprattutto se riferita a lui.
La ragazza invece era tranquilla e gli servì da mangiare. Riso e curry.
Si ricordò della volta che Misty aveva preparato da mangiare, quando Brock stava male. Quanto era peggiorata da allora?
Si aspettò di morire al primo assaggio, era sicuro che fosse questo l'intento di Gary, ma invece lo trovò normale, forse anche delizioso.
  • Stranamente buono.
  • Stranamente?- ripeté lei offesa- Te l'ho mai detto che sei un idiota?
  • Stranamente sempre- rispose lui ridacchiando.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

E arrivò il terzo giorno. Questa volta non poteva odiare Gary. Era previsto di andare al parco acquatico e in quei giorni c'era un sole che spaccava le pietre.
Avrebbe voluto che ci fosse con lui Pikachu, ma Gary era stato categorico: in quella settimana Pikachu doveva rimanere a casa. E Ash non capiva perché.
  • Ash, hai visto quello scivolo?
La voce della ragazza lo fece voltare e lì notò il costume di Misty. Un bikini rosso. Ricordava di averglielo già visto indosso, solo che questa volta il tessuto sembrava più piccolo, forse un po' troppo scoprente. O forse era il corpo di Misty ad essere...più formoso?
Mh, ma non faceva un po' troppo caldo? Si sentiva tutto accaldato e il cuore gli batteva in petto.
Distolse subito lo sguardo dal corpo di lei, per non essere frainteso, ma Misty non gli diede modo di scappare.
  • Dai proviamolo!- disse lei allegra e afferrandolo per il braccio, ignara di quello che provocava nel ragazzo.
Lui si sentì avvampare, appena sentì il petto di Misty scontrarsi con il suo braccio.
Doveva fare per davvero troppo caldo.
La ragazza lo trascinò e una volta sullo scivolo i pensieri sparirono, sostituiti da risate e divertimento.
*°*°*°*°*°*°*°*°*

Il quarto giorno c'era la festa di un amico in comune con Gary, conosciuto ai tempi delle elementari.
Ogni anno lui lo invitava alle sue feste, ma Ash rifiutava sempre perché era in viaggio. Ed era anche una fortuna, alle sue feste succedeva sempre qualche cosa.
Gente che si picchiava, che camminava ubriaca sui tetti, che si appartava in un angolino e poi se ne perdeva ogni traccia, imbucati arrivati da chissà quale manicomio, un po' di tutto insomma.
E il peggio è che quest'anno doveva andarci per forza. Non perché non poteva inventarsi una scusa convincente, ma perché Gary lo aveva inserito nella lista di cose da fare e aveva già avvisato l'amico che Ash sarebbe venuto in compagnia.
Stava pensando a quante possibilità aveva lui di imboscarsi in qualche angolino e sparire dalla circolazione, quando sentì i passi della ragazza scendere dalle scale. Visto che la casa dell'amico era dalle parti di Pallet, Misty si era dovuta cambiare a casa di Ash. Per l'occasione i loro amici si erano divertiti a comprare il vestito a Misty.
E ora capiva perché. Un abito azzurrino, aderente e molto corto.
Vedeva la ragazza che a fatica tentava di tenere giù il tessuto e coprire le sue provocanti gambe.
Era imbarazzata quanto lui, forse di più perché si trattava del suo corpo.
Ash seguì le curve della ragazza con lo sguardo, vergognandosi come un ladro di non poter distogliere gli occhi dal corpo di Misty.
Rimase a fissarla quanto gli era concesso, prima che la ragazza incrociasse i suoi occhi.
Aveva notato come lui la stava guardando? Sudò freddo, lei non sembrava per niente felice.
  • Io a quelli li uccido- mormorò Misty. Per fortuna la sua rabbia era diretta ai loro amici...ex-amici se Misty li avrebbe trovati.
Poi lo afferrò e lo trascinò fuori di casa, barcollando a causa dei tacchi.
Averla di nuovo aggrappata al suo braccio, provocò in Ash un lieve senso di piacere. Ma una volta arrivati a casa del famoso amico, il piacere era svanito.
  • Bene, siamo arrivati- disse Ash e indietreggiò- Ora possiamo andarcene.
  • Come? Non siamo neanche entrati- fece Misty perplessa. Lei evidentemente non conosceva il famoso amico.
  • Ehi, Gary aveva detto che dovevamo andare alla festa, non che dovevamo entrare o parteciparci.
  • Da quand'è che ti sei fatto così acuto?- scherzò.
  • Credimi, non perderemo niente ad andarcene adesso.
  • Sapevo che l'avresti pensata così- disse una voce dietro di lui, Gary. Il moro si voltò facendo una smorfia- Non fare quella faccia. Lo sfidante sono io e queste sono le mie regole. E per scrupolo, ho pensato di venire a controllare.
  • Dì piuttosto che sei venuto a farti quattro risate.
  • Chissà- lui sorrise e poi guardò Misty che era ferma sui gradini dell'ingresso- Misty, sei incantevole. Quel vestito ti dona, sai?
Misty non seppe come prendere il complimento di Gary, lei non si sentiva per niente a suo agio in quel vestito così corto. Però non poté evitare di arrossire quasi lusingata.
Ash notò quel rossore e non gli piacque.
  • Ash, Gary!- disse una voce aprendo la porta- Amici cari, da quanto tempo!- il loro amico li andò incontro stringendo la mano. Era qualche centimetro più alto di loro ed era vestito molto galante- soprattutto tu, Ash! Ti credevo perso in qualche regione- scherzò lui.
  • Eh, io...
Però l'amico aveva notato la ragazza e di diresse da lei.
  • Che graziosa fanciulla abbiamo qui- la prese per mano e la baciò sul dorso- Ash non mi aveva parlato di una sorella così incantevole- sorrise.
  • Non è mia sorella!- esclamò Ash, infastidito dal gesto dell'amico e dalle guance ancora più rosse della ragazza.
  • Oh giusto, l'avrei vista...allora, tua cugina? Tua lontana parente?
Misty scosse la testa. Stranamente non riusciva a spiaccicare parola.
Gary guardò divertito il moro e Ash sapeva cosa voleva da lui.
Ah no, non l'avrebbe fatto! Non lo avrebbe detto o sarebbe morto dalla vergogna.
  • Ehi Carl, dove troviamo altre birre?- chiese uno dei partecipanti alla festa.
  • Ci penso io- poi si rivolse alla ragazza- Vieni, ti mostro la casa.
  • Ma...- non fece in tempo a dire qualcosa che lui l'aveva già trascinata dentro.
Ash rimase lì impalato come un fesso. Non solo il tipo l'aveva ignorato completamente, ma si era portato via Misty. Poteva rivedere lo sguardo supplicante della ragazza, prima che sparisse. E lui era rimasto solo a guardare.
  • Mfh!- Gary si trattenne dal ridere- Mi sa che ti sei perso la fidanzata.
Ash gli fece una smorfia e si addentrò nella giungla.
Riuscì a notare il colore dei capelli della ragazza e si diresse lì. Il loro amico aveva portato Misty in un angolino e l'aveva circondata con le braccia. Lei era evidentemente infastidita, ma non riusciva a sfuggire via.
Ora Ash ricordava perché non gli piaceva la compagnia di Carl e perché trovasse una scusa per non venire alle sue feste.
Era viscido e don giovanni, gli interessava solo avere una cosa dalle ragazze. Brock era cento volte migliore di lui.
Carl esibendo un sensuale sorriso, tentò di strappare un bacio a Misty.
Non ci riuscì, perché fu spinto via da qualcuno. Carl guardò Ash che era chiaramente alterato.
  • Sta alla larga da lei!- lo intimò.
  • Di cosa ti intrometti?- fece l'altro infastidito.
  • Misty è la mia ragazza!- gridò arrabbiato. Misty spalancò gli occhi. La sua voce attirò l'attenzione dei presenti, che si zittirono incuriositi- Se ci provi ancora, te la farò pagare cara!
Forse per un effetto della quantità della birra presente alla festa o semplicemente aveva colpito per la sua scenata, che il pubblicò non poté fare a meno di applaudire e fischiare.
Carl era stupito e tentò di riderci sopra.
  • Eh, calmati amico. Mica sapevo che era roba tua- sorrise alla ragazza- È stato comunque un piacere conoscerti, Misty- e si allontanò. La festa riprese.
Ash ne aveva fin sopra i capelli, prese per mano la ragazza e la trascinò via da quella casa di matti. Incrociò Gary tra la folla che gli sorrideva soddisfatto, aveva compiuto ciò che gli aveva ordinato. Ad Ash però non interessava, era solo furioso e lo sguardo divertito di Gary lo faceva solo più arrabbiare. Era colpa sua se Misty stava per finire nella rete di quel tipo e tutto questo perché lui doveva gridare quelle parole... Misty è la mia ragazza!
Ma nel momento che l'aveva vista così vicina a Carl, non stava pensando alla sfida, non ricordava neanche cosa doveva dire per far felice Gary. No, in quel momento voleva impedire che Misty venisse baciata e le parole gli erano uscite spontanee, come se fossero sue. Non capiva perché, ma suppose che era dovuto al fatto che lui ci tenesse a Misty come amica.
Ash e Misty stavano facendo ritorno a casa, lui si permise di guardare la ragazza. Aveva la testa china ed era silenziosa.
  • Mi dispiace...- fu l'unica cosa che riuscì a dire, mortificato com'era. Non aveva la minima intenzione di farle passare una brutta esperienza.
Lei alzò la testa, i suoi occhi erano lucidi. Scosse la testa e si sforzò di sorridere, ma per come stringeva forte la mano ad Ash, lui poteva percepire la sua ansia.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Arrivò anche il quinto giorno, ma dopo una serata simile, i due volevano solo sprofondare nel letto.
  • Avanti, siamo solo al quinto giorno- fece Gary, cacciandolo dal letto- La sfida prosegue.
Ash brontolò e gli mandò qualche insulto, era ancora arrabbiato per il giorno prima.
Però la sfida proseguiva e nascondersi nel letto, non gli avrebbe permesso di scappare da Misty in eterno.
Perché solo una volta sdraiato sul suo letto e un po' meno arrabbiato, era riuscito ad analizzare la serata. Cosa cavolo aveva urlato davanti a tutti quei sconosciuti?! E Misty era lì ad ascoltare tutto! Cosa avrà pensato?
Poteva sentire la vergogna farlo diventare rosso, oltre al dispiacere di aver permesso che Carl la portasse via da lui.
Ed eccoli ora tutte e due all'entrata del Luna- Park. Dovevano sembrare una coppia, ma per come camminavano distanti, sembrano più a degli estranei. Per fortuna che le attrazioni permisero ai due di sciogliersi e riprendere a parlare, scherzare e divertirsi.
Rispetto al giorno prima, ora andava decisamente meglio. La giornata si concluse con un giro nella ruota panoramica.
  • Grazie- fu la parola che ruppe il silenzio, di fronte a quel panorama. Ash la guardò confuso, Misty lo intuì- Per avermi aiutato quella sera...per le tue parole...- sorrise malinconica e guardò fuori- Anche se non erano vere, ho apprezzato il tuo gesto.
Ash annuì imbarazzato. Non per il luogo così intimo tra i due, non perché era affascinato dal colore dei suoi capelli che si illuminavano al tramonto e non per il profilo così perfetto del viso della ragazza, ma perché in cuor suo cominciava a sospettare che quelle parole...lui le aveva dette credendoci.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Arrivò anche il sesto giorno, Ash era ansioso. E non perché ahimè, Gary aveva pensato che sarebbe stato divertente mostrare a Misty come non sapesse ballare, ma perché...sospirò...a fine serata lui...e lei...
Perché diamine non aveva passato il compleanno con quaranta di febbre e ciao ciao alla festa! Si sarebbe risparmiato anche questa tortura.
Si vestì e si diresse in questa sala da ballo.
Maledisse ancora una volta Gary, non solo perché a quella festa erano presenti anche personaggi noti della Lega che lo conoscevano, ma anche perché aveva fatto vestire Misty nuovamente troppo provocante. Per caso lo faceva apposta a farlo sentire così a disagio?
E ancora una volta si scoprì a guardare con desiderio il corpo della ragazza. Prese a testate il muro. Non poteva, era la sua migliore amica!
  • Ash!- lei lo guardò spaventata per quel suo gesto improvviso- Sei impazzito?
  • Chissà...- ammise lui, con la fronte rossa. Perché davvero, stare accanto a lei, lo stava facendo impazzire.
  • Andiamo Ash, prima ci muoviamo e prima potremo tornarcene a casa- lo prese per mano e lo condusse nella pista da ballo.
Stranamente lo sguardo di Misty sembrava in qualche modo infastidito. Ash pensò che si trattasse del suo modo di ballare, le aveva pestato due volte il piede.
  • Ash! Puoi evitare di farmi andare dritta all'ospedale?- disse lei, trattenendosi dal gridare.
  • Non è colpa mia!- si difese lui- Se non te ne sei accorta, non so ballare.
Misty brontolò e lo strinse più a sé. Il ragazzo avvampò, sentendo il petto di Misty schiacciato contro il suo.
  • Non ci vuole molto...basta che ti lasci guidare. E cerca di non essere così rigido, mi sembra di ballare con un tronco- commentò lei.
Lui si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Facile per lei parlare, non aveva il cuore che batteva così forte e un impulso di affondare le labbra nel suo collo, scivolare sulle sue spalle scoperte e pian piano scendere giù, sempre più e...
La spinse via in malo modo. Misty ne era scioccata. Lui non si fermò a guardarla, neanche a darle spiegazioni del suo gesto, corse semplicemente via.
Non sapeva dove rintanarsi, dove nascondersi da Gary, dalla sua stupida sfida e dalla furia di Misty.
Trovò un angolino nel corridoio e ci si fondò. Si sedette e strinse le ginocchia a sé.
Non andava, cavoli. Cos'erano quei impulsi, quei pensieri non erano suoi...doveva cancellarli dalla sua mente.
Eppure sarebbe bastato un altro giorno e non avrebbe dovuto fingere di stare con Misty. Si chiese però da quando la presenza di Misty era diventata così asfissiante. Avevano viaggiato per un lungo periodo, erano rimasti soli un sacco di volte, perché ora invece stare solo con lei lo agitava?
Forse era cambiato qualcosa nella loro amicizia, forse lui non la guardava più come prima...e come poteva, se ogni vestito che indossava era più provocante dell'altro!
Ripensò al dolce profumo che proveniva da lei e alla sua pelle liscia e delicata. Non poteva negare di aver desiderato dare una sbirciata sotto il vestito di lei.
Si tirò un pugno. E che, ora stava diventando come Carl?! Misty era proibita, qualsiasi altra ragazza ma non lei. Doveva tenere da parte questa nuova perversione per il suo corpo. Ma come? Forse doveva vedere Misty come un ragazzo, così qualsiasi tentazione si sarebbe annullata.
Si costrinse a mettersi in piedi e a cercare la ragazza. Non era stato per niente gentile con Misty spingendola in quel modo. Se voleva prenderlo a pugni, glielo avrebbe lasciato fare.
Ma dove l'aveva lasciata, non c'era. Non era neanche nella pista da ballo, nessuno pareva aver notato quella ragazza.
Ormai era chiaro che Misty aveva deciso di andarsene, furiosa com'era.
Ma poi la vide lì, sulla porta d'ingresso, in piedi sola e a fissare il cielo notturno.
  • Misty...- non sapeva cosa dirle, come giustificare il suo gesto.
  • Oh, era ora- fece lei sospirando e avvicinandosi- Ce ne hai messo di tempo.
  • Io...
  • Sta zitto- gli ordinò.
Ash pensò che lo avrebbe preso a schiaffi e invece lei allungo le braccia, lo afferrò per la testa e lo trascinò a sé. Lo baciò, un bacio veloce e senza sentimento. Lo lasciò andare, Ash era scioccato.
  • E con questo abbiamo terminato la lista per oggi- disse con voce seria e vuota- Ora posso finalmente tornare a casa.
Si voltò e si allontanò per il sentiero verso casa.
Lui non la fermò. Si toccò le labbra.
  • Dannazione- mormorò.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

L'ultimo giorno. L'ultima sua fatica. Doveva essere felice, ma il pensiero di rivedere Misty lo faceva sentire male. Era andato da lei, convinto di riuscire a trattenere i suoi impulsi, e lei poi lo bacia! Come poteva ora fare finta di niente?
Il bacio, il suo primo bacio, era avvenuto in modo così brusco e sbrigativo. Come un gesto dovuto e sforzato. Non aveva fatto in tempo ad assaporare le sue labbra, che lei si era dileguata.
Perché erano andate così male le cose? Lui voleva solo mantenere intatta la loro amicizia.
Ma come poteva farlo, se ora ogni suo pensiero era diretto a lei?
Per di più l'ultima prova consisteva nell'andare al cinema e cenare insieme.
Cosa fare?
  • Devi andare- disse Gary semplicemente- non vorrai abbandonare proprio adesso? Cosa penserà di te Misty?- alzò gli occhi pensieroso- Anche se, uno schiavo mi farebbe comodo...
Benedetto gioco! E benedetto Gary! Che andassero entrambi a marcire!
Si fece coraggio e andò all'appuntamento. Per lo meno, per chiarire con Misty. Non voleva rovinare la loro amicizia.
Quando la vide all'entrata del cinema, si stupì di vederla così...così...Misty. Non c'era traccia della mano di Gary. Lei era vestita con semplici pantaloncini e maglietta, la sua solita coda di lato e nessuna traccia di quella sua femminilità che aveva mostrato in quei giorni.
Lei si staccò dal muro dove si era appoggiata per aspettare. Non fece commento sul suo ritardo.
Si avviò per prima dentro il cinema, tanto il film era stato scelto da Gary.
Entrambi si sedettero e stettero in silenzio a guardare il film. Però Ash continuò a sbirciare la ragazza. Lei non pareva arrabbiata, ma neanche felice di trovarsi lì.
Ricordò che era in programma che dovevano tenersi per mano.
Scivolò la sua mano alla ricerca di quella della ragazza. Le loro mani si scontrarono e lui la strinse. Lei rimase impassibile, mentre Ash sentiva crescergli un sentimento angustiante. Non era Misty, non era la stessa che gli faceva battere il cuore. Perché lo trattava così?
Finito il film, lei spostò bruscamente la sua mano e uscì dal cinema. Lui la seguì a ruota. Non era così che si immaginava di riconciliarsi con Misty.
Sospirò e sperò che al ristorante la tensione sarebbe calata.
Una volta davanti al ristorante, lui si sentì a disagio. Misty era vestita sportiva, mentre in un ristorante ci si aspettava di andarci vestiti più eleganti.
  • Uhm...Misty, non vuoi andare a cambiarti?
  • E perché? Non c'era mica scritto nella lista- rispose lei alzando le spalle e si sedette al loro tavolo prenotato.
Per quanto i cibi serviti fossero squisiti, ad Ash passò l'appetito guardando la ragazza
distratta e persa nei suoi pensieri. Non gli aveva rivolto la parola, neanche un sorriso. Quasi gli mancava la vecchia Misty. Preferiva di gran lunga che lo picchiasse, invece che ignorarlo. Non perché fosse un masochista, ma perché odiava quel silenzio tra loro due. Si stavano distanziando...
Quando arrivò il conto, Ash si rese conto che la serata era arrivata alla fine. E non era riuscito nemmeno a parlarle!
Misty si alzò dal tavolo, senza aspettare che lui facesse altrettanto, e si avviò fuori dal ristorante. Lui la seguì nuovamente, però si mantenne leggermente dietro di lei.
Poi arrivati alla fontana della piazza, lei si fermò. Lui fece lo stesso.
Senza dargli nuovamente modo di dire qualcosa o reagire, lei si voltò verso di lui e afferrandogli il viso tra le sue mani, lo baciò.
Sebbene fosse breve come quello precedente, non era privo di sentimento. Lo poteva percepire, anche se era lieve.
E quando lui si sentì invaso dal sentimento, non poté assaporarlo appieno che la ragazza aveva diviso le loro labbra. Ma non allontanò del tutto i loro visi che erano così vicini. Lui guardava ansioso le labbra di Misty, non era contento dell'interruzione.
  • E con questo, hai vinto la sfida- disse lei con tono di voce freddo- Congratulazioni- era ironico il complimento. Poi con un sussurro- Addio.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Ottavo giorno...no, non c'erano altre prove da affrontare. La sfida era finita con il settimo giorno, più precisamente in quella serata congedata da un bacio affrettato e la partenza della ragazza.
Lui l'aveva vista scivolare dalla sua vista, dal suo corpo desideroso di stringerla, dalla sua vita.
Addio
Lo aveva salutato con quella parola crudele.
E se ci fossero state delle casse audio nel cuore di Ash, si sarebbe sentito come questo si sarebbe frantumato in tanti pezzi, dopo aver recepito quella parola.
Addio
E lui aveva perso la forza di rincorrerla o chiedere spiegazioni. Voleva solo distendersi sul suo letto e dimenticare quell'orribile serata e quella sensazione che lo stava bruciando da dentro.
Che gioco del destino. Ora che aveva vinto la sfida con Gary, aveva invece perso qualcosa di più importante.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Quindicesimo, no forse ventesimo giorno...non lo ricordava, aveva perso il conteggio dei giorni, ma tanto che importava ormai.
I giorni passavano e lui restava confinato nella sua stanza. E il perché? Era presto detto, da quando lei era tornata a Cerulean City, non aveva risposto alle sue chiamate, né si faceva trovare.
Era ovvio che lo voleva evitare. Lui invece desiderava ascoltarla e rassicurare il suo cuore di non averla persa per sempre.
E invece, niente. Di conseguenza Ash si era afflitto sempre più, respingendo anche la compagnia dei suoi amici, che volevano tirarlo su di morale.
Persino Gary si sentiva in colpa, ma dava la responsabilità al moro per non aver approfittato dell'opportunità che gli aveva dato, per restare solo con lei. Lo aveva insultato in vari modi, ma niente, Ash non reagiva. Voleva solo dimenticarla...le sue labbra, il suo profumo, il calore del corpo, il suo respiro. Dannazione, quanto le mancava!
  • Perché non vai da lei, Romeo!- gli aveva gridato Gary, come per sfidarlo.
Però lui non era più dell'umore per reagire.
A che sarebbe servito andare da lei, se tanto non l'avrebbe ascoltato o avrebbe pensato che faceva parte di una sfida.
E passarono altri giorni, definitivamente se Ash non si rialzava subito, poteva dire addio ai tornei Pokemon.
Sentì bussare alla porta per l'ennesima volta. Doveva essere sua madre con il pranzo, ma aveva poca voglia di mangiare.
  • Ash....- un sussurro.
Sobbalzò dalla sorpresa. Non era la voce di sua madre.
  • Ash...- continuò. Ash non aveva risposto. Non sapeva come reagire- Lo so che mi stai ascoltando, idiota!- urlò arrabbiata- Apri questa porta o la butto giù!
Ash si agitò per l'improvvisa aggressività della ragazza. Era lo stesso tono che utilizzava quando da ragazzini, lui la faceva esasperare. Il ragazzo non se lo fece ripetere e aprì la porta, con l'ansia alla gola.
E la rivide, la sua Misty. Era vestita con il completo che usava per lavorare in palestra, aveva ancora il costume sotto la sua felpa.
Si fissarono per qualche istante, finché lei incrociando le braccia, lo guardò torvo.
  • Embè?- fece lei. Lui non sapeva che rispondere, ammesso che quella fosse una domanda.
Poi vedendo che il ragazzo non reagiva, lei sbuffò.
  • Andiamo, usciamo da qui.
Lui però rimase immobile sull'uscio della porta.
  • Non farmelo ripetere Ash Ketchum!- gli intimò e lo afferrò per mano, scendendo al piano di sotto, dove erano riuniti gli amici di Ash. Loro fecero appena in tempo a vedere una furiosa pel di carote, che si trascinava un confuso Ash fuori dalla casa- Cosa credi di fare?- disse lei, una volta che si erano allontanati dalla casa- Guardati! Come pensi di affrontare i tornei in quello stato?
  • Cosa ci fai qui?- chiese lui, una volta che gli passò la sorpresa di vederla davanti ai suoi occhi.
  • Cosa ci faccio qui?!- ripeté lei furiosa- Te lo dico io, i nostri amici erano preoccupati per te e mi hanno informata della tua condizione! Ma dico, che ti salta in mente far preoccupare così tua madre!
  • E a te cosa importa?- disse lui infastidito e guardando altrove. Misty non era venuta per lui, ma solo perché gli altri gliel'avevano chiesto. Questo non lo rendeva felice.
Lei lo afferrò per le spalle e lo scrollò.
  • Che ti prende, Ash! Non è da te comportarti così.
  • Lasciami!- la spinse istintivamente. Ma se ne pentì, vedendo l'espressione addolorata nel volto di Misty. Lei però cerco di non farlo notare.
  • Sei uno stupido. Pensi che sarei qui, se non fossi preoccupata per te? Non so che ti abbia preso, ma non puoi continuare così.
  • È la mia vita, decido io cosa fare!
Si sarebbe volentieri dato un pugno. Insomma, Misty era venuta da lui perché era preoccupata e lui la trattava così?
Era perché vedere quello sguardo di pena negli occhi della ragazza, lo faceva solo far stare male.
Lui non voleva compassione, Ash voleva che lei lo guardasse con lo stesso desiderio che lui aveva provato in quella settimana.
Un semplice perdonami, no eh? Perché Ash la faceva così difficile?
  • Non eri costretta a venire. Non eri costretta neanche a compiere le richieste di Gary, la sfida riguardava me. Non avevi nessuna obbligazione nei miei confronti.
Misty lo fulminò con lo sguardo.
  • Ancora adesso non lo capisci?- lei si mise una mano sugli occhi, esasperata- Non l'ho fatto solo per te...- sospirò- Basta, ci rinuncio- si voltò- Fa come preferisci. Marcisci nella tua stanza. Io ho smesso di preoccuparmi per te.
  • No, aspetta...- non voleva lasciarla andare via nuovamente. Se ne sarebbe pentito in eterno.
Ma nel muoversi così di scatto, non aveva fatto caso che il suo corpo non era del tutto in forma, e finì per barcollare e trascinare con sé la ragazza.
Misty si ritrovò in pochi secondi per terra, con sopra il ragazzo dai capelli neri. Sbatté più volte gli occhi, non l'aveva visto arrivare. Poi volse il suo sguardo al ragazzo che non parlava. Temendo il peggio, lo chiamò.
  • Ash...? Ash!
  • Mhh...- disse lui risvegliandosi e scocciato- Sì, ti sento...
Lei tirò un sospiro di sollievo, finché non si accorse della posizione in cui erano, anche Ash pareva essersene accorto.
Ma non si alzò schifato, come lei si sarebbe aspettata. No, lui aveva uno sguardo perso in lei. Si alzò appena per poter avere i visi uno di fronte all'altro. Misty non lo aveva mai visto con quello sguardo. Desiderio.
E la baciò. Non un bacio di quelli che lei gli aveva appioppato. No, era carico di sentimento, di passione, di amore.
Nonostante stessero sdraiati per terra, a lei non importò. Ash la stava baciando, come sempre aveva sognato. Ricambiò il bacio con più effusione.
Lui si schiacciò di più al corpo della ragazza, non importandogli che il cuore gli batteva all'impazzata e che i suoi desideri si stavano liberando con il solo strusciarsi con lei.
La sua mente era altrove ora, erano solo gli impulsi che lo guidavano, che muovevano le sue mani per accarezzare il corpo della ragazza che desiderava, che bramava averla solo per sé.
Non poteva staccarsi da lei, neanche per chiederle se stava scomoda sdraiata per terra.
Voleva assaporare quel momento e smettere di fuggire.
La baciò e ancora, poi non riuscì a contenersi e la baciò sul collo. Le sue mani fecero scivolare le bretelle del costume. I baci proseguirono lungo la sua spalla. La passione dei due era infrenabile.
Le mani di Misty si posarono su quelle del ragazzo, gli occhi castani del ragazzo incontrarono quelli color verde acqua della ragazza dei suoi desideri. Vide l'espressione imbarazzata di Misty.
Voleva sprofondare, in breve la ragione tornò in Ash e si accorse di cosa stava accadendo. Da rosso di passione, divenne bianco di paura.
Una parte di lui, non voleva staccarsi da quel corpo così seducente e dall'altra i sensi di colpa lo stavano torturando.
Aveva distrutto tutto. Con quanta fatica aveva frenato i suoi impulsi nei confronti della sua amica Misty. Era stata la sua debolezza a farlo cadere nella tentazione.
Cercò di alzarsi dal corpo di Misty, ma le mani di lei lo bloccarono afferrandolo dalla schiena.
  • Non te ne andare- la voce, un sussurro, uscì come una supplica.
Lo attrasse a sé e lo baciò.
  • Questo non è il settimo giorno, non deve per forza terminare.
Lui di risposta la baciò. Non ne voleva più sapere di sfide. La sua sfida più grande era stata stare lontano da lei e farsi consumare dai desideri.
  • No, questo è il nostro giorno. E non finirà mai.

FINE

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Oh uff, che faticaccia...anche se ho dovuto fermarmi o avrei finito per scrivere un papiro. Dimentico che è un one-shot e che deve avere dei finali brevi. Invece io volevo perdermi nei dettagli, come al mio solito. E la fine, non mi accontentavo di terminarlo così.
Già stavo pensando ad un altro one-shot che sarebbe il continuo, però mi sono costretta a frenare XP
Sono tutt'ora incerta sul titolo. A leggere tutta la fic, sembrerebbe che un titolo come Desiderio, ci sarebbe stato meglio. Però è anche vero che non si tratta solo di quello, ma di una sfida che dura appunto una settimana. E ho lasciato quel titolo.
E Ash...be', è chiaro che per fare una fic simile, non può essere identico a quello della serie. Povero Ash, piccolo ingenuo Ashino ^.^ Be', almeno qui ha fatto una fine migliore della precedente fic, dove Misty lo butta nella piscina XDD
Ambé, che altro dire? Questa one-shot è la quarta di quelle che avevo scritto quasi due mesi fa, ne avrei altre due, ma sono rimaste incomplete, quindi niente.
Vabbon, alla prossima!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ahahahahaha che figata! L'idea della sfida è troppo forte! Certo, se fossi stata io, avrei mandato a quel paese Gary mooolto prima. Mica era un contratto firmato col sangue! Bah, questo dimostra che Gary è forse più bambino di Ash. Bhe, niente da dire! Come al solito i discorsi mentali di Ash mi fanno schiantare dalle risate! ahahaha
Complimenti!
Riri
P.S. si, sono tornata!